Credito solo tramite l’APP IO e maggiore chiarezza sulle risorse, 4,7 mld, stanziati per il programma cashless. Sono queste le due indicazioni che il Consiglio di Stato indirizza al Ministero dell’economia per il via libera al decreto ministeriale sul piano cashless. Come già previsto in precedenza, non sono inclusi gli acquisti online ma le consegne con contestuale pagamento con i pos portatili rientrano nel programma. Oltre i 150 euro di spesa è rimborsata sempre 15 euro questo per favorire i micro pagamenti digitali. Per chi fa molti acquisti è previsto un premio, un ulteriore rimborso da 1.500 euro, se ci si qualifica tra i primi 100 mila consumatori. È necessario iscriversi al programma e agganciare il codice fiscale alle carte che si intendono utilizzare cumulando il rimborso per singolo contribuente da più fonti di pagamento e fornire l’iban del conto corrente su cui ricevere semestralmente i rimborsi. I rimborsi partono con un minimo di 50 transazioni a semestre.
Il decreto ha previsto la possibilità di utilizzare come propria anagrafica dove vedere l’accumulo dei rimborsi e gli accrediti sull’Iban l’APP IO oppure i siti delle banche o istituti di credito aderenti all’iniziativa. Sul punto però il Consiglio di stato è di diverso avviso conformandosi a quanto espresso dal Garante della privacy .
Per il Consiglio di Stato, inoltre, anche al fine di evitare che le aspettative in capo agli aderenti al programma (in punto di erogazione del rimborso in denaro) possano essere (pure solo in parte) disattese, è necessaria la previa verifica delle coperture finanziarie da parte della Ragioneria generale dello stato prima dell’adozione finale del regolamento in esame.
Un’ulteriore precisazione è stato poi richiesta sul concetto di medesimo acquisto per comprendere meglio quando il pagamento frazionato sia da considerarsi artificioso per l’accumulo di maggiori punti e rimborsi. Infine i giudici di Palazzo Spada chiedono al Garante privacy nuovamente di pronunciarsi con un definitivo parere di approvazione entro 30 giorni altrimenti il decreto ministeriale rischierebbe di decadere.