Facebook annuncia di aver preso in considerazione la possibilità di lasciare l’Europa. Il social network numero uno al mondo, assieme all’altro prodotto del gruppo, ovvero Instagram, potrebbero dire così addio a qualcosa come 400 milioni di utenti. Una vera e propria rivoluzione, che ha però radici nella legislazione del Vecchio Continente. L’eventuale decisione sarebbe una conseguenza della pronuncia di un tribunale irlandese che ha decretato il divieto del passaggio dei dati degli utenti locali negli Stati Uniti. La pronuncia prende spunto dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea dello scorso luglio con cui veniva dichiarato illegittimo il Privacy Shield (qui l’articolo), l’accordo di trasmissione dati di cittadini europei negli USA. Se i regolatori non si fermeranno, “non è chiaro come, in tali circostanze, [Facebook] potrebbe continuare a fornire i servizi” nell’Unione europea, ha detto Yvonne Cunnane, dirigente di Facebook Ireland. Insomma, il social network di Zuckerberg minaccia di andare via come ritorsione nei confronti dei legislatori UE. La battaglia tra Facebook e la commissione irlandese, insomma, prosegue: la diatriba va avanti da tanti anni, da quando nel 2013 un’inchiesta del Guardian rivelò l’esistenza di Prism, il programma dell’agenzia di sicurezza nazionale statunitense, che consente al governo di avere accesso ai sistemi di Google, Facebook e Apple. Un po’ quello che ora l’amministrazione Trump contesta al governo cinese attraverso TikTok.
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