Le preoccupazioni per i risvolti economici della pandemia non riguardano solo noi italiani. Anche il Giappone, Paese da noi molto amato e che presenta numerosi punti di contatto con l’economia e la società nostrana, teme di andare incontro ad una profonda fase recessiva. L’incertezza sulle prospettive economiche del Giappone è, secondo le istituzioni economiche e finanziarie nipponiche, “estremamente elevata” poiché la pandemia del coronavirus colpisce produzione e consumo. Il governatore della banca centrale giapponese Haruhiko Kuroda ha sottolineato la sua disponibilità a compiere ulteriori passi monetari per prevenire una profonda recessione.
Kuroda nel corso di una riunione con le filiali territoriali della Banca ha affermato che: “La diffusione del coronavirus sta avendo gravi ripercussioni sull’economia giapponese a causa del calo delle esportazioni, della produzione, della domanda di turisti stranieri e dei consumi privati”, ha affermato.
Mercoledì, il Giappone ha registrato 503 nuove infezioni da coronavirus – il suo più grande aumento giornaliero dall’inizio della pandemia – decretando l’entrata in vigore di uno stato di emergenza che ha dato ai governatori un’autorità legale più forte per sollecitare le persone a rimanere a casa e le imprese a chiudere. I numeri attuali sembrerebbero ancora sostanzialmente sotto controllo, tuttavia non è chiaro quanti asintomatici o non dichiarati possano essere tutt’ora in giro.
Contrariamente ai rigorosi blocchi in alcuni paesi, che impongono multe e arresti per non conformità, inoltre, l’applicazione farà più affidamento sulla pressione dei capi e su una radicata tradizione giapponese di rispetto per l’autorità.
L’atto di bilanciamento sottolinea la difficoltà che le autorità hanno nel tentare di contenere l’epidemia senza imporre un blocco obbligatorio che potrebbe infliggere un duro colpo a un’economia che sta già lottando per far fronte all’epidemia di virus.
Anche con restrizioni meno rigorose rispetto ad altri paesi, gli analisti intervistati da Reuters si aspettano che il Giappone scivoli in una profonda recessione quest’anno, mentre l’epidemia di virus provoca il caos negli affari e nella vita quotidiana. Il motivo del ritardo nelle contromisure drastiche da parte del governo nipponico è riconducibile quindi a questa motivazione. Il Giappone, come in buona parte anche l’Italia, non può permettersi un prolungato lockdown e avendo una popolazione di età mediamente elevata (proprio come la nostra) teme di dover affrontare una catastrofe in termini sanitari per cui non è affatto pronto.
“Per il momento, non esiteremo ad adottare ulteriori misure di allentamento monetario, se necessario, tenendo d’occhio gli sviluppi riguardanti l’epidemia di coronavirus”, ha detto ancora Kuroda.
Le sue osservazioni evidenziano la forte preoccupazione che i politici hanno sulle prospettive per l’economia giapponese e su come le aziende continuano a lottare per generare liquidità, nonostante il governo e la banca centrale promettano di inondare l’economia di fondi.
Alla riunione politica alla fine di questo mese, è probabile che la BOJ faccia una rara proiezione secondo cui la terza economia mondiale si ridurrà quest’anno, secondo quanto riferito da Reuters.
La BOJ ha alleggerito la politica monetaria a marzo impegnandosi a incrementare gli acquisti di attività che vanno da titoli di stato, commercial paper, obbligazioni societarie e fondi fiduciari che investono in azioni.
Il governo ha anche lanciato un pacchetto di incentivi di quasi $ 1 trilione per attenuare il colpo economico. Tutte misure necessarie ma che probabilmente non potranno essere sufficienti se il Giappone dovesse essere duramente colpito dall’epidemia.