di Umberto Piattelli
ll mercato europeo dei pagamenti digitali dovrebbe raggiungere nel 2020 il valore record di transazioni pari a 802 miliardi di dollari, con un tasso di crescita del 9,9% su base annua; il crescente numero di utenti mobile e la massiccia crescita dell’e-commerce hanno portato alla rapida adozione dei pagamenti digitali in tutto il mondo, con un impatto significativo sul settore dei pagamenti, tradizionalmente dominato da contanti, carte di credito e carte di debito.
Premesso questo dato di partenza appare necessario comprendere cosa stia succedendo al mondo dei servizi di pagamento, in un contesto nel quale l’emergenza covid-19 ha stravolto molte delle nostre attività quotidiane.
Da questo punto di vista possiamo subito notare l’impatto del decreto, con cui sono state introdotte restrizioni e limitazioni alle attività produttive, sui servizi Fintech. Tali attività sono in gran parte ricomprese tra le attività essenziali e, quindi, non sospese in quanto funzionali ad assicurare la continuità delle attività che sono rimaste aperte secondo quanto previsto dal relativo allegato, così come lo sono i servizi di pubblica utilità e i servizi essenziali.
Ma quindi possiamo parlare di un impatto da parte del COVID sui servizi di pagamento e sulla relativa regolamentazione?
I temi principali riguardano sia l’uso del contante che l’utilizzo di ATM per effettuare prelievi di denaro. Sul punto la Banca d’Inghilterra e l’OMS hanno evidenziato come sia opportuno utilizzare sistemi di pagamento elettronici, piuttosto che le banconote (ancorché le stesse non debbano essere disinfettate).
Si osservi come anche l’autorità regolamentare inglese (FCA) abbia consentito, solo qualche giorno fa, di alzare il limite del singolo pagamento contactless da 30 a 45 sterline e abbia chiesto alle aziende del settore bancario e finanziario di identificare quei lavoratori che abbiano ruoli chiave nello svolgimento delle relative attività e il cui operato è strettamente necessario per consentire ai consumatori di poter eseguire i loro pagamenti senza interruzioni, così come ai mercati di operare regolarmente dal punto di vista delle transazioni fra controparti.
D’altra parte abilitare i pagamenti in forma elettronica è un business estremamente importante e redditizio, come dimostrano i circuiti delle carte di credito e delle carte bancomat e come ha ben evidenziato anche lo sviluppo impetuoso di operatore come PayPal, ApplePay o AmazonPay.
Potenziare i sistemi di pagamento contactless rientra comunque nell’ambito della regolamentazione sui pagamenti già adottata negli Stati Membri della UE, ed in particolare del Regolamento delegato relativo alle norme tecniche di regolamentazione (RTS) concernenti l’autenticazione forte (SCA).
Questo perchè i nuovi servizi di pagamento (e molti altri servizi che rientrano nell’area FinTech) consentono allo stesso tempo facilità di accesso per l’utente, immediatezza della loro esecuzione e, con l’utilizzo di stringenti regole tecniche, di tutelare l’utente da frodi e accessi non autorizzati a conti disponibili online.
Ricordiamo inoltre che tutti gli operatori che processano pagamenti contactless sono stati richiesti di implementare entro il 14 marzo 2020 (termine originariamente previsto per il 14 settembre 2019), appropriati sistemi di controllo delle operazioni di pagamento; in un contesto come quello attuale diventa altresì necessario per tali operatori verificare quale impatto possa avere la necessità di digitare un PIN sullo strumento di pagamento messo a disposizione dell’utente, fatto che potrebbe parimenti costituire un pericolo di contaminazione.
Anche in conseguenza di quanto procede, il 25 marzo 2020 l’EBA ha annunciato che supporterà tutti gli operatori che svolgono servizi di acquiring e issuing al fine di consentire la fornitura dei più appropriati servizi di pagamento, anche richiedendo alle autorità regolamentari degli Stati Membri di rimandare l’obbligo di comunicare, entro la scadenza del 31 marzo 2020, le modalità tecniche implementate al fine di adempiere agli obblighi regolamentari connessi all’autenticazione forte.
L’Autorità regolamentare inglese (FCA) ha annunciato la creazione di una “unità di risposta rapida” all’interno del proprio dipartimento dei servizi di pagamento con il fine di identificare i rischi (inclusi quelli finanziari) connessi alla pandemia del corona virus, che possano insorgere in questo settore o che possano avere effetti negativi sugli operatori del settore.
Per converso, in questo momento, la Banca d’Italia, ai sensi dell’art. 103, co. 1, del Il Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18 recante “Misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”, ha disposto la sospensione dei procedimenti amministrativi in corso, stabilendo che: “Ai fini del computo dei termini ordinatori o perentori, propedeutici, endoprocedimentali, finali ed esecutivi, relativi allo svolgimento di procedimenti amministrativi su istanza di parte o d’ufficio, pendenti alla data del 23 febbraio 2020 o iniziati successivamente a tale data, non si tiene conto del periodo compreso tra la medesima data e quella del 15 aprile 2020.”
Va detto che l’impatto di questa difficile situazione legata alla diffusione del virus sembra avere impatti rilevanti anche in relazione ad un atro aspetto fondamentale: la creazione da parte dei comuni dei c.d. ”buoni pasto” da utilizzare per sostenere le persone più indigenti e le famiglie più bisognose, destinando loro le risorse attribuite da parte dello Stato agli enti territoriali.
Sul punto sono emerse le soluzioni più disparate da parte dei comuni, da quelli che stanno cercando di utilizzare il sistema dei buoni pasto agli enti ha ritenuto di poter emettere dei veri e propri titoli cartacei al portatore, sulla scorta di quanto prevede l’articolo 2022 del codice civile (Documenti di legittimazione e titoli impropri); qualcuno ha addirittura suggerito che su questi buoni si debbano indicare le condizioni generali per il relativo utilizzo, l’impossibilità di erogazione del resto, la durata del voucher, le condizioni di sostituibilità in caso di smarrimento, il termine per il pagamento da parte dell’ente.
Premesso che qualunque documento di questo tipo risulta soggetto a rischi di contraffazione così come a favorire il riciclaggio di denaro, trattandosi di un “titolo improprio” che consente il pagamento a vista al portatore, appare evidente come utilizzare servizi di pagamento elettronici potrebbe semplificare enormemente questi processi e garantirne un utilizzo molto più mirato e personale.
Si pensi ad esempio alla possibilità di utilizzare codici di pagamento da trasmettere direttamente sui telefoni cellulari dei soggetti aventi diritto al buono (certamente più personali di buoni cartacei), i quali potranno utilizzarli presso tutti gli esercenti convenzionati con il medesimo sistema di pagamento, consentendo agli uni di fare la spesa e agli altri di ottenere l’immediato pagamento di quanto acquistato, senza necessità di dare particolari indicazioni agli utenti, senza rischi di contraffazione e senza problemi su resti o utilizzi degli stessi per fare più spese anche in diversi esercizi commerciali.
I fornitori di servizi di pagamento, in considerazione dello sviluppo tecnologico realizzatosi negli ultimi anni, potrebbero infatti rapidamente aiutare reti di comuni a utilizzare sistemi di questo tipo consentendo così di ottimizzare processi e tempi di consegna dei buoni, così come il loro utilizzo (senza applicare commissioni come stanno facendo per incentivare i micro pagamenti digitali presso i piccoli esercenti).
D’altra parte è oggi evidente come il cambiamento connesso alla tecnologia digitale stia ancor più accelerando in tutto il mondo, per effetto dell’unione della tecnologia digitale e dei servizi di pagamento e bancari, come dimostrano il moltiplicarsi dello smart working e delle videochat, in queste lunghe giornate di confinamento, con le quali si rafforza ancor più il trend e la digitalizzazione delle persone.
Inoltre, lo stato di emergenza causato dalla pandemia, che ha costretto la maggior parte delle persone all’isolamento domestico, ha determinato un’impennata delle vendite online, con un conseguente impiego massiccio di soluzioni di pagamento digitali, con un trend che potrebbe avere un impatto ancor più significativo, facendo ulteriormente schizzare il valore del mercato oltre la cifra record stimata per il 2020.