I prodotti italiani sono da sempre considerati sinonimo di qualità come se costituissero di per sé una sorta di marchio certificato che ne attesta l’eccezionalità. Da questo presupposto il cosiddetto “made in Italy” è diventato ben più che un’indicazione della provenienza dei prodotti, facendo nascere non pochi scontri tra chi vorrebbe sottolineare e tutelare il “marchio Italia” nel mondo e chi vorrebbe sdoganarlo col semplice intento di sfruttarne impropriamente la fama. Perché se è vero che bollare come made in Italy una serie di prodotti equivale a certificarne la qualità dando loro uno slancio commerciale in più, ciò non può essere in alcun modo (come vorrebbero far passare alcuni) equiparato al fare della concorrenza scorretta nei confronti dei competitor. A questo punto, delle due l’una: se questo genere di marchio inficia la concorrenza, allora anche le altre imprese non potrebbero sfruttare la falsa italianità dei loro prodotti con ammiccamenti più o meno palesi.
L’incentivo dei prodotti nazionali è stata una prerogativa praticamente di tutti i governi italiani consapevoli. Recentemente, il Ministro Pisano intervenuto al CES di Las Vegas ha tenuto a battesimo Made.IT, il nuovo “brand” del made in Italy hi-tech creato appositamente con l’intento di “Attrarre, sviluppare e sostenere l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dell’Italia”.
Nel corso del suo intervento, il Ministro ha puntualizzato che “Oggi inizia il percorso di definizione di questo programma, che prevede una fase di consultazione con gli stakeholders pubblici e privati, la definizione del piano operativo, la messa online di un sito dedicato e l’avvio ufficiale delle attività di supporto alle startup ad aprile, con il lancio del marchio”.
Il progetto è parte sostanziale del piano strategico nazionale d’innovazione 2025 e punta a sostenere le imprese all’estero.
Nello specifico, Il programma prevede lo svolgimento di attività di marketing e promozione tra cui il marchio Made.IT, un sito e un evento annuale dedicato al settore Tech; interventi normativi capaci di semplificare l’attività imprenditoriale innovativa e di promuovere l’innovazione nel nostro Paese; un sistema semplificato di visti che consenta una più facile circolazione dei lavoratori. Made.IT prevederà inoltre – ha annunciato il ministro Pisano – anche programmi specifici rivolti a startup e Pmi. Il primo dei quali sarà quello per le startup in fase iniziale di sviluppo che saranno selezionate e valutate sulla base di criteri di performance e di potenziale di crescita e potranno contare su azioni di marketing e promozione specifiche, come ad esempio la partecipazione a eventi internazionali e su un team di esperti per offrire supporto alla crescita e allo sviluppo del proprio business nonché su una rete di corrispondenti all’interno della PA, in Italia e all’estero, che contribuiranno a favorire i processi di crescita e di internazionalizzazione delle startup nel mondo.