di Nicola Vanin
Il diritto alla salute è universalmente riconosciuto come uno dei fondamentali diritti di ciascuno di noi. Altrettanto importante è anche la tutela dei dati relativi ai pazienti. Recentemente, però, all’Ospedale Sacra Famiglia di Erba, sono stati “rubati” e compromessi dati e oltre 35.000 radiografie a causa di un attacco informatico che ha riguardato i sistemi hardware e software dell’ospedale lombardo.
Un fatto preoccupante che mette sotto osservazione il tema della protezione dei dati di persone che, anche a causa delle loro condizioni di salute, hanno necessità di una più accurata tutela sotto vari punti di vista.
L’analisi forense appena conclusa ha portato alla luce l’entità del danno causato dal malware iniettato nella struttura ospedaliera e quanto emerso ha assunto dei contorni estremamente preoccupante. Sono, infatti, coinvolti migliaia di pazienti che verranno avvertiti individualmente nei prossimi giorni.
Intanto, il caso è stato segnalato al Garante per la protezione dei dati personali, oltre che all’autorità giudiziaria.
Le conseguenze di questo incidente informatico? Sicuramente, molto importanti ma ciò che, però, è ancora più grave è il fatto che il caso sia passato quasi sotto silenzio a scapito della sua rilevanza.