Individuare strumenti di inclusione finanziaria e sociale è uno dei principali compiti sui quali lavorano varie istituzioni in tutto il mondo. Con questo scopo, tra gli altri, anche Facebook aveva annunciato il rilascio di Libra, tenuto conto che in diverse aree del pianeta esistono milioni di persone che non hanno accesso (per volontà o impossibilità) ad alcun servizio bancario ma usufruiscono di una connessione ad internet tramite smartphone.
Da ultimo, anche la Croce Rossa si è impegnata in questa che sta sempre più assumendo i connotati di una “battaglia di civiltà” e ha deciso di lanciare per alcune aree dell’Africa un sistema di pagamenti tramite blockchain.
Il sistema ideato prevede l’erogazione di voucher e i crediti elargiti tramite smartphone e quindi registrati su blockchain, innescando un meccanismo più articolato che coinvolge tutte le popolazioni locali.
L’area di partenza è stata individuata in alcune aree particolarmente disagiate del Kenya in cui, a causa della mancanza stessa di denaro, i residenti sono progressivamente ricorsi all’antica arte del baratto per riuscire a dare una sferzata ai commerci, già stagnanti di natura. Il progetto è stato testato in Kenya ed Etiopia ma la Croce Rossa vorrebbe implementarlo in altre zone del Malawi, Myanmar, Zimbabwe, Camerun e Papua Nuova Guinea, con l’obiettivo di raggiungere 320.000 utilizzatori in due anni.
Dove è stato testato, il sistema di pagamenti basati su blockchain della Croce Rossa ha portato a un rilancio dell’economia locale ottenendo così un ampio successo e una grande innovazione culturale e tecnologica.
Paula Gil, consulente della Croce Rossa di Ginevra, alla Thomson Reuters Foundation ha dichiarato che: “Questo è il futuro, probabilmente l’unico vero uso della blockchain per fare del bene”.
Che questo sia o no l’unico modo per usare a fin di bene la blockchain, rimane il fatto che il successo di questa iniziativa rappresenta un significativo passo in avanti non solo per le economie disagiate o per quelle in via di sviluppo ma anche per tutte quelle economie, come la nostra, in cui il contante è fin troppo presente anche in forme perniciose per la crescita economica stessa.