La nuova tendenza dell’economia globale si sta orientando verso un modello più inclusivo e attento alle implicazioni sociali e alla sostenibilità delle proprie azioni.
Per la prima volta, si sta cercando di invertire la tendenza che ha portato per anni a scaricare i costi sociali ed economici sulle generazioni future, nella speranza che questi non presentino prima il conto all’attuale generazione.
Uno dei principali promotori di questa nouvelle vague dell’economia internazionale è Papa Francesco, il quale sta progressivamente realizzando un vero e proprio “manifesto” che, in vista del grande evento The Economy of Francesco previsto ad Assisi dal 26 al 28 marzo 2020, intende riscrivere in senso etico ed inclusivo la concezione dell’economia moderna.
La visione etica dell’economia del Papa non è una recente novità. Già nel novembre 2015, infatti, in visita pastorale a Firenze, Papa Francesco ebbe la lucidità e la lungimiranza di affermare che: “non siamo in un’epoca di cambiamenti ma in un cambiamento di un’epoca”. In considerazione di questa dichiarazione, è evidente che la visione del Pontefice tendeva già allora a considerare il modello economico-sociale esistente non più funzionale al contesto attuale e che questo dovesse essere ripensato rimettendo al centro l’uomo e non la ricerca del profitto fine a se stessa.
Nel corso dei mesi, l’obiettivo del Pontefice è diventato via via più chiaro, non solo cementando i principi di dottrina morale della Chiesa attraverso le encicliche fondative del papato (Evangelii Gaudium, Laudato sì e Oeconomicae et pecuniariae questiones) ma anche (come indica il Sole 24ore del 21 novembre) “creare una piattaforma originale di principi che possa essere non solo buona e giusta, ma anche economicamente sostenibile”.
La scelta di Assisi come sede del summit da cui dovrebbe partire l’onda dell’”economia inclusiva” voluta dal Papa non è causale. Il filo conduttore dell’evento, sin dai lavori preparatori, è proprio la dottrina francescana. San Francesco, infatti, scelse le strade e la città – luogo di incontro e di confronto nuovo all’epoca – per testimoniare e comunicare il Vangelo. Il francescanesimo ha permesso di intravedere che poteva esistere un’altra idea di società e ha conferito dignità alle classi più disagiate che – di norma – ne erano del tutto escluse. Questi stessi principi sono le fondamenta su cui poggia il “manifesto economico” in corso di costituzione in Vaticano. Il francescanesimo, infatti, non è solo una metodologia etico-sociale ma un modello economico a tutti gli effetti che si sta cercando di tradurre ai giorni nostri.
Per riuscire in questa impresa, il Papa sta coinvolgendo eminenti studiosi ed esperti e ha creato addirittura il “Consiglio per un Capitalismo Inclusivo” all’interno del Dicastero vaticano per lo Sviluppo Umano Integrale, presieduto dal Cardinale Peter Turkson e composto da economisti ed imprenditori.
Il dado è tratto, ora spetta alle imprese e alla società civile abbracciare il cambiamento proposto da Papa Francesco per un mondo che sia una vera comunità di uomini.