Fin dalla sua invenzione, internet e la sua tecnologia sono state ad appannaggio degli Stati Uniti, l’unica potenza economica e tecnologica in grado di favorire lo sviluppo e la diffusione di un nuovo ecosistema che col tempo è diventato mondiale.
Per quanto riguarda la blockchain, invece, facendo fede anche alla sua natura “democratica” e “decentrata”, la competizione fra le varie potenze mondiali è più aperta e lascia lo spazio a potenziali sorprese.
La Cina, ad esempio, sta investendo fortemente nello sviluppo di una blockchain e di una criptovaluta di Stato. Recentemente, la People’s Bank of China (Pboc) ha dichiarato tramite il proprio vicepresidente che emetterà la moneta digitale denominata Dcep (digital currency electronic payment), sviluppata sulla blockchain. Non una vera cripto moneta, che in Cina sono vietate, ma una valuta strettamente legata allo yuan.
La Cina sta investendo fortemente in progetti legati alla finanza innovativa anche con l’intenzione di legittimare la leadership mondiale in questo settore, come recentemente sottolineato anche dal presidente Xi Jinping. A gennaio 2020, inoltre, entrerà in vigore una legge che stimola e incoraggia la crittografia, tecnologia alla base delle cripto valute che non vengono, però, esplicitamente menzionate. La Dcep contribuirà sicuramente a mutare il panorama dei pagamenti cinese anche se sarà supportata proprio attraverso le due piattaforme leader cinesi, Alipay e Wechat, che ne potranno favorire la diffusione.
Altri paesi nel mondo stanno lavorando alla propria blockchain, vero terreno di confronto del prossimo futuro. Russia, Brasile, Indonesia, Stati Uniti, ecc. sono alcuni dei paesi più attivi nello sviluppo di progetti di questo genere. La competizione è appena iniziata ed è aperta a sorprese, vedremo se la Cina riuscirà a consolidare il proprio ruolo.