L’importanza dell’educazione digitale e finanziaria per il rilancio del sistema Italia: il progetto Stay digital Pay digital.
di M.M. Pimpinella – Presidente A.P.S.P.
Il quadro delle competenze in Italia
Quando Roma divenne Capitale, nel 1871, gli analfabeti in Italia erano circa sette su dieci. Ad inizio Novecento, la percentuale era di poco superiore al 48% andando a scemare al 27% negli anni Venti. Negli anni Quaranta e Cinquanta, la percentuale di analfabeti in Italia è scesa ancora a circa il 13% andando poi sempre più a decrescere fino ai tempi più recenti in cui è, di fatto, prossima allo zero.
Imparato, quindi, a leggere, scrivere gli italiani si trovano oggi a confrontarsi con un’altra grave carenza: quella dell’alfabetizzazione in ambito digitale.
Il PIAAC (indice delle competenze degli adulti) evidenzia che solo il 3,3% degli adulti italiani raggiunge alti livelli di competenza linguistica, contro l’11,8% della media dei 24 paesi partecipanti e il 22,6% del Giappone (primo in classifica). Questo dato ha immediati riflessi sulla diminuzione della propensione alla partecipazione associativa, scarsa fiducia nel prossimo e nell’incremento della convinzione di non contare nulla in politica.
Secondo l’indagine OCSE “Skills Outlook” del 2019, inoltre, in Italia solo il 21% delle persone tra i 16 e i 65 anni possiede un buon livello di alfabetizzazione e capacità di calcolo. Un livello percentuale che colloca l’Italia al terzultimo posto della classifica, davanti solo a Cile e Turchia. La statistica evidenzia, inoltre, che solo il 36% del campione esaminato dall’OCSE è in grado di utilizzare internet correttamente.
Ben oltre la metà degli italiani non è in grado di capire e gestire correttamente i più comuni strumenti digitali.
Il continuo sviluppo delle innovazioni tecnologiche e la loro pervasività in una sempre più ampia gamma di aspetti della nostra vita quotidiana è indispensabile e ci obbliga ad acquisire gli strumenti necessari alla loro gestione, pena l’esclusione stessa dal contesto socio-economico nel quale viviamo.
In una condizione come quella dell’Italia, l’unica soluzione per sostenere una popolazione fondamentalmente incapace di confrontarsi con le sfide del mondo contemporaneo è quella di provvedere a implementare programmi diffusi di alfabetizzazione al fine di educare alla conoscenza e all’utilizzo dei più comuni strumenti digitali e non solo.
L’Italia ha necessità della definizione di un piano nazionale teso all’incremento e alla diffusione delle competenze digitali attraverso una continua opera educativa, anche attraverso l’utilizzo di incentivi premianti per coloro che si mantengono costantemente aggiornati.
L’Educazione digitale e finanziaria
Approfondendo ed allargando, poi, il campo di osservazione, verifichiamo che la situazione non migliora. L’OCSE definisce l’educazione finanziaria come “quel processo mediante il quale i consumatori/investitori migliorano le proprie cognizioni riguardo a prodotti, concetti e rischi in campo finanziario e, grazie a informazioni, istruzione e/o consigli imparziali, sviluppano le abilità e la fiducia nei propri mezzi necessarie ad acquisire maggiore consapevolezza delle opportunità e dei rischi finanziari, a fare scelte informate, a sapere dove rivolgersi per assistenza e a prendere altre iniziative efficaci per migliorare il loro benessere finanziario”.
L’indagine S&P Global FinLit Survey del 2018 (che ha analizzato le conoscenze degli over 15 in 140 paesi del mondo) evidenzia che il 63% nostri connazionali non possiede conoscenze finanziarie di base.
Inoltre, secondo quanto emerge dal rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane del 2018, la conoscenza finanziaria dei nostri connazionali si conferma assai limitata. Ad esempio, solo il 20% del campione manifesta l’abitudine a pianificare, approfondire e monitorare gli obiettivi raggiunti nel tempo. Lo stesso Centro Studi APSP,poi, ha realizzato un’inedita survey ad ampio spettro sulle abitudini e le conoscenze finanziarie dei giovani italiani tra i 17 e i 19 anni da cui emergono le rilevanti lacune dei ragazzi riguardo le conoscenze degli strumenti finanziari di base.
In Italia, secondo i dati Bain&Company relativi al 2018, la percentuale dei pagamenti su carta rispetto al totale è ancora bassa rispetto alla media europea, con un 26% contro il 45% dell’Ue – i valori più elevati si trovano nei Paesi nordici e nel Regno Unito con il 70%. Si tratta di forme di pagamento che però stanno crescendo in modo costante, sia a livello numerico che di valore transato.
Una conferma di questa tendenza arriva dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano, che ha indicato proprio l’accettazione di pagamenti innovativi come prioritaria per i retailer italiani, indicata dal 33% del campione.
Le carenze delle competenze finanziarie degli italiani cominciano dall’assenza di progetti educativi a livello scolastico. Nel mondo complesso in cui viviamo, l’educazione finanziaria dovrebbe essere considerata alla stregua di qualsiasi altra materia d’insegnamento in grado di fornire competenze pratiche e teoriche che possono determinare la crescita e il successo futuro dei nostri giovani. Nei propositi del nuovo Governo c’è un rilancio della centralità dell’educazione finanziaria anche nel sistema formativo, speriamo che vengano presto realizzate iniziative concrete a questo riguardo. Al ruolo della scuola deve, però, essere sempre affiancato quello delle famiglie, primo luogo di confronto per i giovani ma anche quello del mondo delle associazioni, del terzo settore e delle imprese.
L’iniziativa a supporto dell’educazione digitale-finanziaria
Al fine di contribuire attivamente alle iniziative pubbliche per il superamento della situazione sopra descritta, l’Associazione Prestatori di Servizi di Pagamento ed Experian hanno congiuntamente promosso un ampia serie di progetti di educazione, formazione e sensibilizzazione in ambito finanziario e digitale, con il coinvolgimento di scuole, università e start-up. La prima fase del progetto ha visto la realizzazione di un libro corale di educazione digitale e finanziaria, dal titolo “Stay digital Pay digital”, presentato lo scorso ottobre nel corso del mese dell’educazione finanziaria e dedicato ai nuovi strumenti di pagamento e finanziamento.
La seconda fase dell’iniziativa è la realizzazione del parallelo concorso “Stay digital Pay digital” che intende premiare idee innovative di pagamento proposte da studenti, di scuole superiori o universitari, e start up.
I partecipanti al concorso dovranno produrre, anche tramite smartphone, un video o una presentazione dalla durata massima di 120 secondi o 10 slide in cui spiegheranno, in maniera creativa e personale, la propria idea di pagamento digitale, evidenziandone gli aspetti più significativi relativamente, ai vantaggi, al sostegno alla vita quotidiana ed altri. Il concorso prevede l’assegnazione di tre premi, uno per ognuna delle categorie in gara: studenti scuole superiori, studenti universitari e start-up. I tre vincitori, uno per ogni categoria, riceveranno ognuno un premio di 1.000 Euro su carta di credito ricaricabile.
L’intento meritorio di questo progetto, realizzato grazie alla collaborazione tra istituzioni scolastiche, imprese e al contributo di importanti esperti in ambito economico, giuridico, finanziario e tecnologico, è quello di sensibilizzare i cittadini sull’importanza dei cambiamenti che sono in corso e che li riguardano ben più direttamente di quanto immaginino. Anche per questo motivo, non deve rimanere una semplice goccia nel mare ma essere prontamente accompagnato dalla realizzazione di programmi di educazione digitale e finanziaria promossi, sostenuti e realizzati dalle istituzioni politiche e dalla scuola che devono essere tra i principali promotori di questa “rivoluzione culturale”.
Il futuro passa per l’innovazione digitale e dei pagamenti, perché non esiste economia digitale senza pagamenti elettronici ed un sistema economico e sociale sprovvisto delle capacità per la gestione degli strumenti teorici e pratici è espressione di un Paese che sarà sempre più incapace di competere a livello internazionale e di ritagliarsi un proprio ruolo, in qualche maniera rilevante.