di Maurizio Pimpinella
La fondazione di Meta, che controlla l’intero ecosistema Facebook, è stata forse percepita più come un’iniziativa di marketing tesa a risollevare le sorti di quello che, in meno di vent’anni di vita, è già considerato il social network dei “boomer” più che una vera iniziativa di riforma aziendale. In realtà, questa è solo una visione approssimativa del fenomeno mentre dietro Meta si cela il nuovo paradigma che il gruppo di Zuckerberg ha già avviato da tempo e che ora sta decisamente accelerando.
Almeno dall’annuncio di ciò che era Libra, infatti, era stato deciso che Facebook (e con esso l’intero gruppo) sarebbe progressivamente diventato altro rispetto a ciò che era avvalendosi però della massa critica di utenti, dati, informazioni e pubblicità su cui poteva già contare. Oggi, l’ambizione è diventata quella di creare una sorta di mondo parallelo passando dalla semplice piazza di Facebook ad una vera e propria “vita virtuale” (su Horizon Worlds) all’interno della quale sviluppare reali rapporti personali, prendere parte ad eventi ed effettuare scambi, anche in moneta.
E a quest’ultimo passaggio serviva in particolare il progetto dell’ex stablecoin Libra: creare un ecosistema, o meglio un’economia parallela di fatto, all’interno del quale utilizzare anche una nuova moneta per ottenere beni e servizi. In questo senso, l’idea di Libra, che forse è stata solo momentaneamente accantonata a seguito della levata di scudi dei regolatori di mezzo mondo, non ha l’obiettivo di invadere il mercato “tradizionale” ma di costituirne uno alternativo in cui assorbire progressivamente le vite delle persone.
Se inteso in questo senso, infatti, il progetto sembrerebbe tutt’altro che tramontato. Se la costruzione del Metaverso dovesse realmente avere successo, è ipotizzabile anche che al suo interno nascano nuove professioni, beni, servizi e persone che vi fanno ricorso. Immaginiamo, ad esempio, ufficiali di polizia che mantengono l’ordine virtuale (e talvolta anche quello fisico), o impiegati del catasto e agenti immobiliari che gestiscono gli immobili acquistati sul Metaverso, cosa che è già possibile fare, ad esempio, su Decentraland (rigorosamente con cripto valuta su Ethereum), o ancora negozi di vario genere. In gran parte, almeno per il momento, si tratta soprattutto di speculazione, visto che nessuno può effettivamente vivere in quei terreni ma chissà che in un prossimo futuro non si possa creare un modello socio-economico simile a quello raccontato del film Ready Player one, uno dei tanti spaccati distopici sulla nostra vita futura, magari incentivato dal perdurare della pandemia.
Nel frattempo, scopriamo a cosa nel presente serve Novi, il wallet di Facebook. Su WhatsApp, infatti, per ora solo negli USA, alcuni utenti possono usufruire di una funzionalità di pagamento mediante crypto, che è utilizzabile in modo simile all’invio di documenti e file vari all’interno di una chat, nonché pensata per consentire di effettuare transazioni mediante messaggi criptati.
Tutte le transazioni verranno effettuate utilizzando Pax Dollar (USDP), una stable coin che mantiene il suo valore ancorato a quello del dollaro, quindi in grado di garantire una conversione 1:1 immediata, il tutto senza alcuna commissione, un po’ com’era stata concepita l’ultima versione della moneta di Facebook.
Il passaggio da quanto illustrato ad una realtà parallela non è, ovviamente, né immediato né scontato, resta il fatto però che tutte le mosse di Meta sono possibiliste e lascerebbero presumere che si stia effettivamente preparando il terreno per i tempi più propizi quando una nuova generazione di Libra, magari sdoganata dall’avvento di nuove cripto, CBDC, o stablecoin private sia effettivamente percorribile.
Nei prossimi anni, l’offerta di valute sarà ancora più ampia, diversificata e libera di quanto non lo sia già oggi, siano queste strumenti effettivamente di scambio o solo di speculazione, ciò lascia presagire che chi, come Facebook o Amazon, o molte altre imprese già in possesso di stringhe di dati completi di milioni di persone possano ampliare la propria offerta consentendo che i pagamenti sulle proprie piattaforme siano effettuati tramite un proprio circuito monetario.