Nella giornata di oggi si è tenuto un importante tavolo di confronto, promosso dal Centro Studi dell’Associazione Prestatori Servizi di Pagamento, tra il Presidente A.P.S.P. Maurizio Pimpinella e Massimo Vaini – Presidente of the board BitQ, Emanuele Cipriani– Executive director Eudaimon e Elena Cessari .- Direttore associazione culturale, ricreativa e sportiva per i dipendenti del Gruppo Intesa San Paolo.
Il Welfare Aziendale è uno “strumento” che ha innovato il rapporto e le relazioni tra azienda e dipendente. L’intervento normativo del legislatore, con la legge di stabilità del 2016, ha introdotto significative novità sui profili fiscali di questa disciplina creando le condizioni di un nuovo “terreno” comune nelle relazioni di lavoro. Il Welfare Aziendale è partecipazione e condivisione di imprese e persone allo stesso progetto. La finalità di rilevanza sociale, caratteristica essenziale del progetto, consente di escludere, in tutto o in parte dal reddito di lavoro dipendente, i beni e i servizi messi a disposizione dalle imprese a favore dei lavoratori. In questa nuova fase il Welfare Aziendale deve aprirsi ai territori e alle comunità per aggiungere valore e generare inclusione sociale.
Le ultime due leggi di stabilità hanno confermato la possibilità di consentire all’azienda di destinare il premio di risultato, di competenza del lavoratore, in servizi welfare. Di conseguenza, le aziende potranno offrire ai propri dipendenti la possibilità di acquistare servizi caratterizzati da finalità sociale utilizzando un wallet elettronico messo a loro disposizione. I vantaggi sono condivisi tra l’azienda e i lavoratori, in quanto non determinano tassazione e sono neutri per il reddito personale. Si aggiunge, altresì, il beneficio del costo dei servizi acquistati dal dipendente che essendo attivati dall’azienda tramite convenzioni con i fornitori gode di sconti significativi rispetto al normale. In Francia, dove il welfare aziendale è attivo dal 2005 e fino al 2016, si stima abbia generato 1,4 milioni di posti di lavoro, contribuendo in modo significativo all’uscita dalla crisi dell’economia francese.
In Italia, dove il welfare aziendale è attivo dal 2016, si stima in 53 miliardi di euro il valore economico generato se fosse esteso a tutte le imprese del settore privato; 34 miliardi di euro di risparmio fiscale e incrementi di produttività e 19 miliardi di euro come valore monetario dei servizi e delle prestazioni di welfare aziendale erogate ai lavoratori. Benefici evidenti per i bilanci delle aziende e aumento retributivo indiretto sostanziale per i lavoratori.
Il welfare aziendale consente l’accelerazione dei processi di digitalizzazione nelle aziende inserendosi a pieno titolo nel piano di ripresa e resilienza che il Paese sta affrontando.
In questo contesto di trasformazione digitale dei processi aziendali, spinto dall’iniziativa di welfare aziendale, l’aspetto centrale è rappresentato dal “portafoglio elettronico” messo a disposizione dall’azienda al dipendente per usufruire dei beni e dei servizi presenti nel progetto.
Il tavolo è stato aperto, come di consueto, dal Presidente Pimpinella il quale ha voluto evidenziare il ruolo del welfare come valore aggiunto per lo sviluppo aziendale, in quanto “favorisce l’occupazione giovanile e permette l’aumento della produttività, rendendosi un fattore determinante di sostegno all’inclusione digitale e sociale”. Per questi motivi – ha proseguito Pimpinella “il welfare aziendale deve uscire dalle aziende, occupandosi non solo dei dipendenti e delle loro famiglie, ma del territorio e della comunità in cui svolgono l’attività d’impresa e offrire sostegno anche per quanto riguarda l’educazione e la cultura, un’area con grandi potenzialità di sviluppo“. In generale, ha concluso il Presidente A.P.S.P. “Il welfare aziendale è una reale leva di sviluppo economico-sociale e una concreta possibilità di “contaminare” la nostra comunità nazionale con gli aspetti innovativi della cultura digitale”.
Il primo degli interventi che si sono avvicendati nel corso del dibattito è stato da parte di Massimo Vaini – Presidente of the board BitQ secondo il quale: “L’ecosistema economico-sociale generato dal progetto di welfare aziendale costituisce una rete di servizi preziosi per le esigenze quotidiane di persone e famiglie, stimola la creazione di servizi digitali e apre al territorio e alla comunità la condivisione di esperienze“.
Emanuele Cipriani- Executive director Eudaimon, ci ha raccontato il caso di successo del cliente CREDEM. “Il suo Piano di Welfare Aziendale è la dimostrazione di come un’azienda possa prendersi cura dei propri Dipendenti costruendo un programma articolato dove, insieme ai flexible benefits, le persone hanno a disposizione molteplici servizi a valore aggiunto che contribuiscono a creare una comunità aziendale dove vivere e lavorare bene insieme. Campagne mediche di prevenzione, seminari sulle principali tematiche di interesse personale e familiare, percorsi di orientamento per la scelta del percorso scolastico dei figli, servizi di supporto ai dipendenti con carichi di cura, volontariato d’impresa, servizi di conciliazione: questi sono alcuni dei servizi a cui i Dipendenti CREDEM possono accedere in base ai propri interessi e bisogni. Come Eudaimon stiamo accompagnando CREDEM (anche con attività di misurazione del Piano per renderlo sempre coerente agli obiettivi aziendali e ai bisogni emergenti) in un percorso molto costruttivo per entrambi che vede il Welfare Aziendale come una leva strategica per lo sviluppo delle proprie persone e il successo dell’azienda”.
Ha concluso quindi il panel la relazione di Elena Cessari .- Direttore associazione culturale, ricreativa e sportiva per i dipendenti del Gruppo Intesa San Paolo “Nel settore del credito, il “welfare” è sempre esistito e si fonda su una tradizione quasi centenaria. L’esperienza dell’Associazione Lavoratori Intesa Sanpaolo è maturata in anni più recenti e rappresenta un’importante tappa del percorso di armonizzazione dei sistemi welfare del Gruppo Intesa Sanpaolo. Nel 2014, infatti, il dialogo azienda-sindacato ha dato vita all’Associazione che rappresenta il terzo pilastro del welfare aziendale e che – nella prospettiva di una nuova forma di Welfare partecipato – opera con l’obiettivo di soddisfare le differenti esigenze dei Soci.I programmi associativi – proposti attraverso una piattaforma integrata per facilitare la user experience dei soci – vanno oltre all’offerta delle tradizionali iniziative ricreative, culturali, sportive e aggregative e coprono per il 50% le aree in cui un affermato indice (WELFARE INDEX PMI) suddivide gli interventi di welfare, tenuto conto che il restante 50% è competenza di altri Enti welfare e dell’azione aziendale. Il nostro Welfare è concretezza e responsabilità del fare, è ascolto e ricerca di risposte concrete e sostenibili, è coerenza con altre esperienze aziendali.”
Il webinar odierno si è rivelato un’ottimo spunto di dibattito e riflessione per i partecipanti i quali hanno contribuito con domande e richieste di approfondimento a rinnovare l’interessa su un tema la cui attualità è destinata a crescere nei prossimi mesi.