di Riccardo Porta
E’ stato criticato da molti. Sarà anche migliorabile ma l’introduzione del cashback di Stato è stata dirompente. Lo dicono i numeri: 8,9 milioni di cittadini iscritti, 16.5 milioni di strumenti di pagamento elettronici attivati e oltre 806 milioni di transazioni elaborate dall’avvio (dati di fine giugno).
7 italiani su 10 dichiarano che il cashback abbia spinto a un utilizzo più frequente dei mezzi di pagamento elettronici, 6 italiani su 10 giudicano positivamente la strategia del governo per favorire i pagamenti elettronici in Italia e oltre il 66% (in aumento del 14,1% rispetto al 2020) ritiene che un maggiore utilizzo dei mezzi di pagamento cashless sia un metodo efficace per ridurre sommerso ed evasione fiscale (fonte: survey di The European House Ambrosetti).
Maggiore gettito fiscale, recupero da sommerso e Vat gap (differenza tra il gettito dell’imposta previsto e quello effettivamente riscosso), maggiore cultura pro-cashless.
Ma non solo.
Il cashback di Stato ha aiutato anche a promuovere una maggiore digitalizzazione e cultura digitale dei cittadini italiani.
Nel giorno di lancio dell’iniziativa (8 dicembre 2020), si sono registrati all’app IO oltre 836.708 italiani, il valore più alto di sempre dal lancio dell’app, mentre a oggi il numero totale dei download raggiunge quasi i 14 milioni.
Tale fenomeno gioca un ruolo fondamentale anche alla luce dell’attuale evoluzione pandemica, in quanto è proprio l’app IO uno dei canali su cui è possibile ricevere la Certificazione verde Covid-19, il cosiddetto Greenpass.
Emblematico è anche l’aumento delle identità digitali Spid erogate, che hanno fatto registrare un +56,5% dal lancio del cashback (da 13,5 a 21,1 milioni) e che possono essere utilizzate dai cittadini per accedere a un numero crescente di servizi pubblici. E, credimi, chi utilizza lo Spid per la prima volta scopre un mondo di servizi e di informazioni che sono possibili solo grazie al digitale. Quello di cui parliamo e che grazie anche al cashback di Stato si è diffuso velocemente.