Il tavolo di confronto che si è tenuto oggi, promosso dal Centro Studi A.P.S.P. e da Cerved è stato un pò diverso dal solito in quanto il dibattito è stato avviato dalla presentazione di una ricerca svolta da Innovation Team, società del Gruppo Cerved per analizzare la conoscenza da parte dei consumatori della normativa PSD2, l’interesse per nuovi servizi ad essa legati e la disponibilità a consentire l’accesso dei dati alle banche e ad altri istituti. Nel webinar sono stati presentati i principali risultati della ricerca, riflettendo sulle opportunità che l’open banking apre per banche e istituti di pagamento anche verso il mercato retail. Verrà anche presentata l’esperienza di Cerved relativamente all’utilizzo del dati di corrente per la valutazione di controparti in ottica fast lending.
“Con la sua piena implementazione anche a seguito dell’introduzione della Strong Customer Authentication, la normativa PSD2 ha portato un mutamento radicale nel panorama dei servizi finanziari, di pagamento e degli operatori attivi in questo settore che ha coinvolto profondamente anche i consumatori – afferma nella sua introduzione il prof. Maurizio Pimpinella, presidente di A.P.S.P. – ma questi ultimi se ne sono realmente resi conto?”
Per Pimpinella, i risultati della ricerca sul campione ristretto e qualificato confermano che il mondo dei pagamenti e dei servizi finanziari in genere ha ancora bisogno di essere spiegato e capito dalle persone, che spesso pur usufruiscono dei servizi, senza conoscerne adeguatamente la natura. “Ma quindi, la PSD2, l’open banking, le API, le fintech e le big tech sono realtà o semplicemente un miraggio? – si interroga Pimpinella – “Qualcuno direbbe che certe cose sono reali quando tangibili, condivise e producono effetti sulla vita delle persone. Ebbene, in questo caso diremmo di trovarci a metà. Le innovazioni stanno, infatti, già producendo numerosi effetti sulla nostra quotidianità ma molti sembrano subirli quasi senza rendersene conto o porsi delle domande. Quello che è certo è che per quanta strada sia stata fatta, in questo settore c’è ancora molto da fare sia da parte degli operatori – che in alcuni casi non riescono ad arrivare ai consumatori – sia da parte proprio dei consumatori i quali hanno bisogno di maggiori informazioni, di formazione specifica e di attivarsi proattivamente per comprendere il mondo nel quale vivono e che in futuro seguirà ancora di più la strada della digitalizzazione.
La ricerca Ceved è stata poi illustrata e commentata da Giovanni Tessiore – resp. Risk Advanced analytics – Cerved Group e da Fabio Orsi, partner Innovation Team – Cerved Company il quale ha anche dichiarato: “Secondo la ricerca, svolta da Innovation Team, società del Gruppo Cerved, la notorietà della PSD2 è elevata, ma pochi la conoscono davvero o si sono informati in proposito: in generale emerge discreta disponibilità a consentire l’accesso al proprio conto corrente alle banche, molto più bassa rispetto ad altri player (assicurazioni, utilities, operatori telefonici). È discreto l’interesse per nuovi servizi, in particolare il monitoraggio delle spese e degli investimenti su una pluralità di conti ma l’interesse si riduce nel momento in cui viene citata la necessità di consentire l’accesso alle informazioni di conto corrente e patrimoniale e scende ulteriormente ipotizzando di dover consentire l’accesso a player diversi dalle banche, soprattutto a causa del timore di rischi legati alla privacy. La grande sfida per gli operatori è convincere i consumatori delle opportunità aperte dalla nuova normativa minimizzando le preoccupazioni legate alla privacy”.