“L’Eurosistema garantira’, anche nell’era digitale, a tutti i cittadini europei un accesso adeguato e privo di costi a forme di moneta sovrana esenti da rischi, rispettose della privacy, che abbiano corso legale e utilizzabili ovunque nell’area dell’euro”. E’ quanto ha detto Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce, in occasione della 5a conferenza internazionale sul contante della Deutsche Bundesbank dal titolo ‘Cash in times of turmoil’. “Il futuro del contante veniva ampiamente discusso gia’ prima della pandemia, in relazione al crescente ricorso a strumenti di pagamento digitali – ha detto Panetta – La crisi ha accresciuto l’attenzione posta su questo tema; ha ridotto i tempi della digitalizzazione dell’economia, di sette anni, secondo stime recenti, e modificato le abitudini dei consumatori, riproponendo la questione del futuro del contante in una economia pervasa dalla tecnologia”. La digitalizzazione, ha aggiunto, non determinera’ la sparizione del contante. “Nell’area dell’euro le banconote continueranno a svolgere, anche in futuro, un ruolo cruciale. Durante la pandemia la loro domanda e’ aumentata, nonostante il loro minore utilizzo come mezzo di pagamento. L’Eurosistema e’ impegnato a preservare il ruolo del contante. Stiamo adottando misure concrete affinche’ esso rimanga ampiamente accessibile e accettato come mezzo di pagamento, anche qualora fosse introdotto l’euro digitale”.
La pandemia, ha aggiunto Panetta, ha fortemente influito sull’utilizzo del contante. Ne ha innanzi tutto ridotto l’impiego come mezzo di pagamento: dall’inizio dello scorso anno, il valore delle banconote in euro affluite alle banche centrali e alle banche commerciali e’ diminuito di circa il 20%-25%. Secondo una recente indagine dell’Eurosistema, nel 2020 circa il 40% dei cittadini europei ha effettuato pagamenti in contante in proporzione minore rispetto al passato. Nonostante la significativa flessione dei pagamenti in contante, fra il marzo del 2020 e lo scorso maggio la domanda di banconote in euro ha registrato un aumento significativo, pari a circa 190 miliardi di euro in termini complessivi e a 550 euro su base pro capite. Nella primavera del 2020 l’ammontare delle banconote in euro emesse dall’Eurosistema superava del 4% il valore medio registrato nel precedente quinquennio. La seconda ondata di infezioni ha ulteriormente alimentato la domanda di banconote, determinando – rispetto al profilo di crescita atteso – una accelerazione che ha raggiunto l’8% alla fine del 2020.
“L’apparente paradosso rappresentato dall’incremento della domanda di banconote e dalla concomitante flessione dei pagamenti in contante – ha concluso Panetta – puo’ essere spiegato dall’utilizzo del contante come strumento per far fronte all’incertezza generata dalla crisi. Analisi recenti indicano che all’inizio della pandemia i consumatori, specialmente quelli con basso reddito, hanno ridotto gli acquisti di beni e servizi e aumentato le scorte di attivita’ finanziarie liquide. Cio’ ha alimentato la domanda di contante, che rappresenta l’attivita’ finanziaria in assoluto piu’ liquida e quindi, per la sua stessa natura, maggiormente adatta a soddisfare la preferenza per la liquidita’ espressa dai cittadini. Anche l’uso delle banconote nel periodo pre-crisi conferma l’importanza del contante come riserva di valore, oltre che come mezzo di pagamento”.