Marzo è alle porte e con esso è in arrivo anche il termine ultimo per l’obbligatorietà della carta di identità elettronica presso le PA. Allo stato attuale, i numeri ci dicono che le tessere erogate sono 19.097.447 , per altrettanti cittadini che potranno utilizzarle anche come metodo di autenticazione per l’accesso ai portali della pubblica amministrazione italiana. A oggi, quelli in grado accettarla (tra Comuni, Regioni, ministeri e altri servizi al cittadino) sono 241, con un incremento di 31 portali solamente nell’ultimo mese. Una vera e propria lotta contro il tempo, considerato che il decreto Semplificazioni dello scorso luglio stabilisce che entro il 28 febbraio 2021 tutte le PA saranno obbligate ad accettare in modo equivalente sia la Cie sia l’autenticazione tramite Spid
Le novità
Un documento d’identità, una firma digitale, una chiave di accesso elettronica: sono numerosi i servizi integrati nel protocollo della Cie, figlia ultra-tecnologica dei vecchi cartoncini pieghevoli che, dal 1931, gli italiani sono tenuti a portare in tasca ed esibire di fronte alle forze dell’ordine.
La novità è l’integrazione del nuovo documento – un tesserino grande quanto una carta di credito – con un chip nel quale è impressa l’identità digitale del suo proprietario. A questo si aggiunge la tecnologia Nfc (Near field communication o comunicazione di prossimità), che permette alla tessera di interagire con i lettori ai quali viene avvicinata. È proprio da tale semplicità che derivano le enormi opportunità del dispositivo di riconoscimento, che integra le funzioni dello Spid e quelle della tessera sanitaria, garantendo così sia l’accesso ai servizi digitali sia la possibilità di firmare documenti. Il tutto con il solo impiego dei software o delle app sviluppate dalla stessa Zecca.
A queste si aggiungono tutte le opportunità derivanti dal codice numerico “non parlante” (cioè che non rilascia dati quanto viene letto), di cui il documento è dotato, e che può essere utilizzato come strumento di accesso veloce anche per sistemi offerti dai privati, come i tornelli di una palestra o gli accessi di una mensa.
Ultimi in ordine di tempo ad aver ammesso l’adozione del Cie sono l’Agenzia delle entrate, l’Inail, il ministero per i Beni e per le attività culturali, la Lotteria degli scontrini e l’Aci. Mentre sul portale dei servizi online degli uffici giudiziari si legge che il servizio sarà attivato “nei prossimi giorni”, insieme allo Spid. Sono tre invece i privati che già hanno aderito alla Cie.
Una visione europea
A un ritmo di oltre 500mila documenti d’identità elettronici erogati ogni mese, la novità promette di fare la differenza anche nello spazio economico europeo, che punta sulle nuove identità digitali per ampliare il parco dei servizi offerti ai cittadini, al contempo contrastando il fenomeno della contraffazione. Secondo un’indagine condotta da Frontex, agenzia comunitaria per il controllo delle frontiere, i documenti italiani sono tra i più contraffatti tra quelli utilizzati per accedere illegalmente all’Unione europea, dopo quelli polacchi. Così la risposta potrebbe essere proprio l’identità digitale, alla quale tutti i Paesi membri dovranno uniformarsi entro il 2026 e che permette già in numerose pubbliche amministrazioni estere di autenticarsi con il documento italiano.