“Stiamo sviluppando modalità di pagamento alternative per snellire l’affluenza fisica dei clienti in negozio e al contempo supportare chi ci lavora, tramite: click&collect; gestione in negozio di ordini effettuati online; pagamento attraverso un link via mail; motopay (pagamento tramite ordini al telefono), senza bisogno di una struttura di e-commerce. Abbiamo anche appena avviato una collaborazione con un’azienda che offre pagamenti rateali online. Intendiamo continuare a supportare il made in Italy e accrescere il numero dei nostri clienti”. Lo ha detto a BeBeez Paola Trecarichi, country manager per l’Italia di HiPay.
Quest’ultima è nata come piattaforma tecnologica, poi ha preso le licenze bancarie in Francia e Belgio, per cui può agire come una banca per gestire e incassare i pagamenti. Prima HiPay faceva parte del gruppo HiMedia, quotato ad Euronext, che comprendeva una divisione pagamenti e una di media advertising. Nel 2015 è avvenuto lo spin-off da HiMedia, al fine di focalizzarsi sul mondo dei pagamenti. HiPay in seguito si è focalizzata sui pagamenti elettronici per e-commerce strutturati (con fatturato di almeno un milione di euro), mentre prima era attiva anche nei pagamenti via telefono. Così, attraverso un’operazione di reverse share split, HiPay è stata a sua volta quotata a Euronext (si veda qui il Prospetto). Dal 2016 il principale azionista di HiPay è BJ Invest, holding fondata da Benjamin Jayet.
Il core business di HiPay consiste in una piattaforma che aggrega oltre 220 metodi di pagamento già esistenti nel mondo e li rivende ai suoi clienti, fungendo da one-stop shop, supportando il business cross-border e l’esportazione di beni e servizi all’estero. HiPay possiede due licenze bancarie europee: E-money Issuer e Payment Institution al fine di sostenere tutte le esigenze dei propri clienti. HiPay vanta oltre 4.000 brand attivi nel mondo, tra cui Vente Privee, Metro, Marionnaud, The Kooples, Promod, Hachette Book Group, Club Med. Dal 2016, HiPay è guidata dal ceo Grégoire Bourdin. Attualmente è attiva in tutto il mondo, conta 250 dipendenti e ha aperto uffici in 4 paesi: Francia, Italia, Belgio e Portogallo.
Nel nostro paese l’azienda è presente dal 2015. I suoi clienti afferiscono a diversi settori: moda (Freddie, Brums, Okaidi, Naturino); alimentare; farmaceutico (Aboca); cosmetica (ProfumeriaWeb, Profumerie Sabbioni), elettronica online. “In Italia, abbiamo raddoppiato il numero di marchi a portafoglio nel 2020 rispetto al 2019 e incrementato i volumi gestiti dell’83%”, ha sottolineato Trecarichi. Nella prima metà del 2020, il volume dei pagamenti di HiPay ha raggiunto 2,5 miliardi di euro e i ricavi sono stati pari a 21,7 milioni, in crescita rispettivamente del 43% e del 29% dal primo semestre del 2019.
HiPay inoltre nel gennaio scorso ha aderito all’European Digital Payments Industry Alliance (Edpia), unendosi ai membri fondatori Ingenico Group, Nets, Nexi e Wordline. Trecarichi ha spiegato: “E’ un passo importante, dato il momento storico che stiamo vivendo. Come payment service provider siamo mal rappresentati nella presa di decisioni in pagamenti digitali. Molte banche tradizionali negli ultimi 10 anni hanno ceduto le attività di pagamento ad attori indipendenti, che hanno pertanto costituito un’associazione europea per far sentire la loro voce quando ci sono decisioni da prendere”.