Un anno particolare ed unico sotto tanti punti di vista è stato concluso anche con una delle più significative novità in materia di pagamenti elettronici: l’ormai famoso cashback, una novità assoluta in Italia che è stata capace di incendiare il dibattito pubblico riguardo non solo la sua reale utilità ma anche per quanto concerne la reale capacità di conseguire gli scopi prefissati.
Ma com’è andata questa fase sperimentale? Scopriamolo con l’aiuto dei numeri.
Stando ai dati ufficiali rilasciati gli aderenti all’iniziativa sono stati 5,8 milioni di cittadini che hanno caricato sulle piattaforme messe a disposizione 9,8 milioni di strumenti di pagamento elettronici, di di cui oltre 7,6 milioni dall’app IO. Sono poi state effettuate oltre 63 milioni di transazioni. Solo il 3,1% dei beneficiari ha raggiunto il massimo del cashback di 150 euro.
Partendo da queste cifre, scopriamo che sono oltre 222 milioni i rimborsi in arrivo per 3,2 milioni di persone. Ciò significa che il rimborso medio è di circa 69 euro a testa. Quasi la metà degli aventi diritto (il 49,6%, pari a 1.602.297 persone) otterrà un rimborso tra i 50 e i 99 euro; il 32,8% (1.059.399 valore assoluto) avrà meno di 50 euro; il 14,5% (468.822) otterrà tra 100 e 149 euro.
Analizzando più in profondità i dati a nostra disposizione si scopre che l’importo medio dei pagamenti con moneta elettronica è di 46 euro, ma molti hanno preferito carte e bancomat anche per gli acquisti di piccolo importo: quasi la metà delle transazioni (il 48,5%), infatti, è stata per importi inferiori ai 25 euro.
I rimborsi saranno erogati verso la fine di febbraio 2021
Dal 1° gennaio 2021 fino al 30 giugno ha preso avvio la fase ordinaria. Le regole sono quasi identiche a quella sperimentale:
- 50 le transazioni valide necessarie
- 150 euro il rimborso massimo
- Rimborsi su c/c a 60 giorni
Contemporaneamente, si inizia col SuperCashback
- In palio 1.500 euro a semestre
- Destinatari: i 100.000 più “spendaccioni”