Flowe, lanciata nel mese di giugno, ha già raggiunto 240mila utenti. La società, che fa capo a Banca Mediolanum, ha realizzato una app che è una vera e propria piattaforma di pagamento e di risparmio dedicata a giovani e giovanissimi (le cosiddette generazioni z e y). Il break even è previsto nel 2023 quando i clienti dovrebbero essere almeno 1,3 milioni, ma l’idea che sta dietro a questa creatura fintech, settore in grande crescita sopratutto sul fronte dei sistemi di pagamento tramite app, è innovativa.
E infatti il suo amministratore delegato, Ivan Mazzoleni, che non viene dal settore bancario, bensì da Microsoft, è stato chiamato per ripensare i servizi bancari in maniera diversa per renderli più appetibili a un pubblico giovane .
“La missione di Flowe è certamente quella di avvicinarsi ai giovani con il loro linguaggio – ha spiegato Mazzoleni – non come banca, dunque, ma molto più simile ai canali social che tanto frequentano”. L’età media della clientela è bassa, 27 anni, con uno zoccolo duro di 45-50enni, che sono poi i genitori dei clienti. “I giovani – continua Mazzoleni – sono interessati sopratutto ai temi dell’innovazione e della sostenibilità. Per questo la nostra carta di debito “fisica”, se qualcuno la chiede, è di legno e costa 15 euro perché così il cliente contribuisce a piantare un albero in Guatemala. E presto faremo una cosa del genere anche per l’ Italia tramite start up innovative”.
Flowe attribuisce agli utenti un Iban e una carta di debito virtuale in collaborazione con Mastercard, con la possibilità di scegliere tra due livelli di servizio: Basic, totalmente gratuito (si pagano solo i prelievi di contanti all’estero) e Friend (10 euro al mese), che offre diversi contenuti e servizi green. Come, per esempio, il calcolatore della CO2 prodotta da ogni acquisto, che viene però ammortizzata piantando gli alberi necessari per pareggiare il conto.
E poi ci sono dei tutorial appositamente studiati per i giovani. “I nostri clienti hanno due preoccupazioni – continua Mazzoleni – combattere l’inquinamento e non finire disoccupati. Per questo siamo convinti che i ragazzi non devono cercare lavoro, ma inventarselo. Collaboriamo con diverse piattaforme social che parlano di questo. Nel nostro paese il lavoro non manca. Ci sono 10 mila posizioni scoperte che necessitano però di persone qualificate”.
La partita è dunque cominciata. Flowe, fortemente voluta dall’ad di Mediolanum Massimo Doris, ha ricevuto 50 milioni di finanziamento triennale e i dipendenti sono passati, in pochi mesi, da 6 a 60.
Ora la società dovrà cercare il suo spazio nel mondo del Mobile Proximity Payment, una modalità di pagamento che vede gli smartphone sostituire le carte di credito e di debito e che è già diventata molto affollata. E che vale ben 26 miliardi di euro.