Da quando e’ iniziata la pandemia del Covid-19, il settore fintech ha segnato un’accelerazione della crescita soprattutto nei Paesi con le restrizioni maggiori, anche se non mancano i risvolti negativi, sia a livello di funzionamento che di posizione finanziaria. Questo il risultato di uno studio condotto dal World Economic Forum in collaborazione con la Banca Mondiale e al Cambridge Centre for Alternative Finance, sulla base di un sondaggio condotto su 1.385 aziende fintech che operano in 169 Paesi. Nel primo semestre 2020 le imprese del comparto hanno registrato in media un aumento del 13% del numero delle transazioni e dell’11% dei volumi. Sono migliorati anche gli indicatori sulla clientela, in particolare e’ aumentato del 22% il numero dei clienti/utenti e del 29% il tasso di fidelizzazione. Sul fronte opposto il settore ha visto un aumento del 14% dei pagamenti in ritardo o arretrati e del 9% sia dei mancati pagamenti e delle insolvenze su prestiti.
L’espansione del settore, rileva per altro lo studio, e’ stata maggiore nei Paesi che hanno osservato le regole di lockdown piu’ rigide, dove le aziende fintech hanno segnato una crescita del 50% maggiore rispetto alle imprese in Paesi con regole meno restrittive. Anche a livello occupazionale, le fintech in Paesi con lockdown piu’ severi hanno riferito in media un aumento del 10% dei dipendenti full-time, mentre le fintech in economie con misure meno restrittive hanno registrato un calo del 19% dell’organico. In generale la crescita piu’ pronunciata dell’attivita’ fintech nel primo semestre dell’anno e’ stata appannaggio dei pagamenti digitali (+21%), dal Wealthtech (+24%), del Digital Asset Exchange (+33%), dei risparmi digitali (+26%) e soprattutto della custodia digitale (+36%). Come emerge dallo studio, le fintech hanno anche avuto un ruolo attivo, sia pure limitato, nell’implementazione delle misure socio-economiche introdotte dai Governi per fare fronte alla pandemia e sono molte le fintech pronte a scendere in campo anche su questo (dal 22% al 32%), stando al sondaggio. Le aziende del settore hanno risposto alla pandemia principalmente con modifiche ai prodotti, servizi e alla policy. Due terzi delle fintech interpellate hanno indicato di avere introdotto due o piu’ cambiamenti ai loro prodotti o servizi e il 30% lo sta facendo. Le modiche piu’ diffuse riguardano la riduzione delle commissioni, l’accesso ai servizi e le agevolazioni ai pagamenti. Circa il 60% delle fintech ha poi lanciato nuovi prodotti o servizi e un altro 32% lo sta facendo. Si tratta spesso di canali di pagamento aggiuntivi (38%) e di servizi di informazione (35%) nel settore dei prestiti. ‘E’ chiaro che il Covid 19 ha disgregato l’economia mondiale con implicazioni durature per aziende e consumatori. Ma nonostante questo contesto, le fintech si sono dimostrate resilienti e adattabili, contribuendo cosi’ allo sforzo di fare fronte all’epidemia, adeguando il loro funzionamento e l’offerta per servire i segmenti di mercato piu’ vulnerabili, come le micro-aziende e le Pmi, riuscendo a crescere nella maggior parte delle regioni’, commenta Matthew Blake, responsabile della divisione Financial and Monetary Systems del World Economic Forum. D’altro canto, oltre alla crescita delle transazioni, le fintech hanno anche registrato un aumento dei costi (+8% per le spese di onboarding e +11% per quelle di data storage), come pure un aumento delle minacce alla cybersecurity (+17% il rischio percepito) che ha indotto molte fintech ad introdurre misure ad hoc. Nei Paesi con lockdwon piu’ severi sono poi aumentati i tempi di fuori servizio (downtime) dell’agente o partner digitale (+5% contro -3% negli altri). Molte delle fintech che hanno partecipato al sondaggio riferiscono poi di un peggioramento della posizione finanziaria. Oltre la meta’ riferisce di un impatto negativo sulle loro riserve di capitale (ricadute definite significative dal 21%). Oltre il 40% indica un peggioramento della loro valutazione finanziaria (significativamente negativo per il 14%). Contrastanti per contro le prospettive sul proprio finanziamento: il 34% si attende un impatto negativo, il 21% ha una visione positiva e il resto non si attende modifiche di sorta. Da ultimo, ma altrettanto rilevante, poche fintech hanno beneficiato del sostegno governativo durante la pandemia, ma molte lo ritengono urgente. E molte aziende del settore ritengono urgenti gli interventi e le innovazioni a livello di sostegno normativo.