Recentemente, Gemini ha presentato in modo riservato una domanda per entrare in borsa negli Stati Uniti, cioè per fare un’IPO (offerta pubblica iniziale), che significa vendere azioni al pubblico per raccogliere fondi.
La società non ha ancora deciso quante azioni offrirà né a quale prezzo. La quotazione effettiva in borsa avverrà solo dopo che la SEC, l’autorità di controllo finanziario statunitense, avrà completato la sua revisione, e dipenderà anche dalle condizioni di mercato e da altri fattori.
Presentare la domanda in modo confidenziale permette a Gemini di capire l’interesse degli investitori e prepararsi all’IPO senza dover subito rendere pubblici tutti i dati finanziari. Questo avviene dopo che la SEC aveva già concluso un’indagine sulla società a febbraio senza prendere provvedimenti contro di lei. Inoltre, a gennaio Gemini aveva raggiunto un accordo con un’altra autorità di controllo, la Commodity Futures Trading Commission, pagando una multa di cinque milioni di dollari, così come si legge su cnbc.com.
Gemini è solo l’ultima società di criptovalute che vuole quotarsi in borsa. Questo avviene in un momento in cui l’amministrazione Trump ha iniziato a favorire normative più permissive per il settore delle criptovalute, settore che ha anche sostenuto finanziariamente la sua campagna elettorale.
Altre società di criptovalute stanno facendo mosse simili: ad esempio, Circle, che emette la stablecoin USDC, ha debuttato in borsa con un grande successo di mercato proprio questa settimana. Anche Galaxy Digital, una società guidata da Mike Novogratz, ha recentemente spostato la sua quotazione dalla Borsa di Toronto al Nasdaq negli Stati Uniti.
Gemini è stata fondata nel 2014 e a marzo ha nominato Dan Chen, ex dirigente di Affirm (un’altra società fintech), come suo nuovo direttore finanziario (CFO), in vista proprio dell’IPO. Dan Chen ha detto di essere entusiasta di guidare la strategia finanziaria di Gemini mentre l’azienda si prepara a questa nuova fase di crescita.