Shein, il colosso cinese della moda veloce, sta cambiando i suoi piani per la quotazione in borsa. Dopo non essere riuscita a ottenere l’approvazione necessaria per un’offerta pubblica iniziale (IPO) a Londra, l’azienda ora punta a quotarsi a Hong Kong. La notizia è stata riportata da Reuters il 28 maggio, citando fonti vicine alla società.
Secondo queste fonti, Shein dovrebbe presentare una bozza del prospetto informativo alla borsa di Hong Kong nelle prossime settimane, con l’obiettivo di completare l’IPO entro la fine del 2025, come si legge su pymnts.com.
Il motivo del cambio di rotta sarebbe la mancanza di approvazione da parte della China Securities Regulatory Commission (CSRC), l’autorità cinese che supervisiona i mercati finanziari. Anche se Shein aveva ottenuto il via libera da parte dell’ente britannico, la Financial Conduct Authority (FCA), il consenso della CSRC — necessario per qualsiasi azienda cinese che voglia quotarsi all’estero — non è mai arrivato, causando ritardi imprevisti e scarse comunicazioni da parte di Pechino.
Prima di considerare Londra, Shein aveva già tentato la quotazione negli Stati Uniti, ma anche lì aveva incontrato resistenze, soprattutto per ragioni politiche. L’ex senatore americano Marco Rubio aveva chiesto alla SEC (l’ente regolatore USA) di bloccare l’IPO a meno che Shein non fosse più trasparente riguardo alle sue attività in Cina, sottolineando i rischi legati ai legami dell’azienda con il governo cinese.
Per quanto riguarda la mancata IPO a Londra, tra gli ostacoli principali ci sarebbero:
- Accuse sull’uso di cotone proveniente dallo Xinjiang, una regione cinese controversa per presunte violazioni dei diritti umani, come il lavoro forzato
- Il rischio di cause legali da parte di ONG che combattono il lavoro forzato
- Preoccupazioni geopolitiche, legate soprattutto alle tensioni tra Cina e Stati Uniti in campo commerciale
Infatti, da quando l’amministrazione Trump ha imposto dazi doganali elevati sulle importazioni cinesi, la Cina ha assunto una posizione più prudente verso le IPO all’estero delle proprie aziende. Questo clima di incertezza sta influenzando molte imprese.