Nel 2024, la soddisfazione degli italiani rispetto alle proprie condizioni di vita si è mantenuta stabile, ma emergono segnali di difficoltà, soprattutto in ambito lavorativo ed economico. A dirlo è l’indagine Istat “Aspetti della Vita Quotidiana”, che fotografa lo stato d’animo della popolazione. La quota di persone che si dichiara soddisfatta è al 46,3%, praticamente identica al 46,6% registrato nel 2023. Questo dato conferma una tendenza ormai consolidata: dopo una crescita costante tra il 2017 e il 2021, quando la soddisfazione generale era passata da meno del 40% al 46%, negli ultimi tre anni il livello si è stabilizzato senza ulteriori miglioramenti.
Nel frattempo, diminuisce leggermente la percentuale di chi dà un giudizio “medio” sulla propria vita, scesa al 39,2% rispetto al 40,2% dell’anno precedente. Questo valore, che tra il 2017 e il 2020 era sempre rimasto sopra il 40%, segna una lieve flessione. Stabile invece la quota di chi esprime un giudizio negativo, pari al 12,3%, in linea con gli ultimi cinque anni, come si legge su Borsa Italiana.
I dati più significativi riguardano però il calo della soddisfazione in due ambiti fondamentali: il lavoro e la situazione economica. La soddisfazione lavorativa, pur restando alta, è diminuita al 77,6%, con un calo di 2,4 punti percentuali rispetto al 2023. La situazione è particolarmente critica nel Mezzogiorno, dove la percentuale si ferma al 77,1%. I più soddisfatti restano dirigenti, imprenditori e liberi professionisti, con l’81,1%, seguiti da operai e apprendisti con il 74,9%. Tuttavia, la soddisfazione cala in modo marcato tra i lavoratori autonomi e i coadiuvanti, che scendono al 74,8% (-4,8 punti), e ancora di più tra le lavoratrici autonome, che registrano un crollo di ben 10,4 punti percentuali.
Anche la soddisfazione per le condizioni economiche personali registra un peggioramento, con un calo di 1,9 punti percentuali. Solo il 57,6% degli italiani si dichiara molto o abbastanza soddisfatto della propria situazione economica, il valore più basso tra le aree analizzate. Chi è in cerca di lavoro è il meno soddisfatto (34,5%), mentre dirigenti, imprenditori e liberi professionisti restano i più positivi, anche se in calo rispetto all’anno scorso (68,4%, con una flessione di 4 punti). Anche tra quadri, impiegati e intermedi si osserva una diminuzione simile. Inoltre, il divario tra Nord e Sud continua a essere marcato: al Nord il 61,2% delle persone è soddisfatto economicamente, mentre al Sud si scende al 51,7%.
Nonostante questo quadro, l’Istat registra anche qualche segnale incoraggiante. La quota di famiglie che percepiscono un peggioramento della propria condizione economica è scesa dal 33,9% al 29,5%, mentre è aumentata leggermente quella di chi ha notato un miglioramento, passata dal 10,4% all’11,4%. Resta però significativa la percentuale di famiglie che ritiene di non avere risorse economiche sufficienti: nel 2024 il 33,8% giudica le proprie risorse inadeguate, mentre il 64,1% le considera sufficienti, in calo rispetto al 65,3% dell’anno precedente.
Nel complesso, il rapporto Istat offre l’immagine di un Paese che sembra essersi fermato in termini di benessere percepito. La soddisfazione generale non peggiora, ma neppure migliora, e i segnali di difficoltà legati al lavoro e alla condizione economica pesano soprattutto sulle fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare i lavoratori autonomi, le donne e chi vive nel Sud.