Il nuovo report del Capgemini Research Institute, “Data foundations for government – From AI ambition to execution”, rivela che due terzi delle organizzazioni del settore pubblico stanno esplorando o stanno già utilizzando attivamente soluzioni di intelligenza artificiale generativa (Gen AI) per supportare l’erogazione dei servizi pubblici. Inoltre, il 90% prevede di esplorare, testare o implementare l’AI agentica nei prossimi 2-3 anni. Tuttavia, la scarsa maturità nella gestione dei dati limita la possibilità di sfruttare appieno il potenziale dell’intelligenza artificiale, con sfide significative in termini di fiducia, conformità, gestione e condivisione dei dati.
Il settore pubblico ripone grandi aspettative nell’AI, vista come un’opportunità per aumentare l’efficienza, migliorare i servizi e affrontare sfide sociali complesse. Secondo il report, nei prossimi 2-3 anni il 39% delle organizzazioni intende valutare la fattibilità dell’AI agentica, il 45% vuole avviare progetti pilota e il 6% mira a scalarne l’implementazione. Le attitudini verso l’adozione dell’AI agentica risultano simili a tutti i livelli amministrativi, a prescindere dalla dimensione dell’ente. Quasi due terzi delle organizzazioni (64%) sono inoltre già arrivate a sperimentare o implementare su scala la Gen AI, percentuali che salgono all’82% nel settore della difesa, al 75% in quello sanitario e al 70% nella sicurezza.
“In presenza di una crescente domanda da parte dei cittadini e a fronte di risorse economiche sempre più limitate, le organizzazioni del settore pubblico riconoscono che l’AI può aiutarle a fare di più risparmiando denaro. Tuttavia, la capacità di implementare la Gen AI e l’AI agentica dipende dalla disponibilità di solide infrastrutture di dati”, ha dichiarato Alberto Matassino, Director Public Sector di Capgemini in Italia. “In prospettiva, i governi possono essere più agili ed efficaci poiché l’AI potenzia il lavoro dei dipendenti pubblici nell’acquisizione di informazioni, nell’analisi delle politiche, nel prendere decisioni e nel rispondere alle domande dei cittadini. Tuttavia, per raggiungere questo traguardo, le amministrazioni pubbliche devono concentrarsi sulla creazione di un’infrastruttura di dati e di strutture di governance adeguate”.
L’adozione dell’AI è ostacolata da sfide legate a fiducia e gestione dei dati
Nonostante l’interesse ad adottare e ampliare l’uso dell’AI, i dirigenti del settore pubblico individuano nella sicurezza dei dati (79%) e nella scarsa fiducia verso i risultati generati dall’AI (74%) i principali ostacoli all’adozione su larga scala. In Europa, meno di quattro organizzazioni su dieci (36%) si sentono pronte a soddisfare i requisiti previsti dall’AI Act dell’UE[1].
Per progredire nell’adozione della Gen AI, il settore pubblico ha bisogno di migliorare nella gestione dei dati. Dal report emerge che solo il 12% delle organizzazioni si ritiene particolarmente maturo nell’utilizzo dei dati, e solo il 7% dichiara un’elevata maturità nella formazione di competenze legate a dati e AI. Soltanto il 21% possiede inoltre i dati necessari per addestrare e perfezionare i modelli di AI, compresi quelli generativi.
La condivisione dei dati e il ruolo crescente del Chief Data Officer
La condivisione dei dati è cruciale per migliorare le performance dei modelli di AI e supportare decisioni più informate. Tuttavia, le iniziative in questo ambito sono ulteriormente ostacolate da preoccupazioni relative alla sovranità dei dati, del cloud e dell’AI. Anche se tutte le organizzazioni pubbliche intervistate hanno in corso o in programma progetti di condivisione dei dati, la maggior parte (65%) si trova ancora in fase di pianificazione o sperimentazione.
I governi stanno sempre più riconoscendo l’importanza della gestione dei dati, come dimostra la crescente presenza di Chief Data Officer (CDO) e Chief AI Officer (CAIO). Il 64% delle organizzazioni pubbliche ha già nominato un CDO, mentre un ulteriore 24% prevede di farlo. Inoltre, oltre un quarto (27%) ha già un Chief AI Officer, e un ulteriore 41% intende introdurre questo nuovo ruolo dirigenziale.