Il weekend elettorale, tra voto locale e referendum, si sta avvicinando e non mancano le polemiche tra chi avrebbe voluto un ulteriore slittamento dell’appuntamento e chi, in tal caso, sarebbe disposto a gridare alla rivoluzione in nome di una non giustificata sospensione della democrazia. Esisterebbe, però un sistema che potrebbe mettere entrambi d’accordo, anche se non elimina dubbi, difficoltà (in particolare infrastrutturali) e sicurezza: il voto online. Certo, come detto, non mancano le questioni critiche da superare ma questa potrebbe essere davvero una soluzione in grado di favorire il processo democratico nel suo senso più alto.
I requisiti a cui una procedura di e-voting deve rispondere sono molteplici, tra i quali la precisione nel contare le preferenze, il rispetto del totale anonimato del cittadino, la facilità d’uso che lo renda davvero inclusivo, una procedura di verificabilità del voto che garantisca l’intercettazione immediata di tentativi di manomissione, la velocità di raccolta e di elaborazione dei dati e, da ultimo, tutto ciò deve essere garantito con un adeguato rapporto tra costo ed efficacia.
La democrazia, giustamente, non può andare in vacanza anche e soprattutto in momenti di crisi civica ed economica come quella che stiamo vivendo. Le Istituzioni, anzi, proprio in questi periodi hanno bisogno di essere forti, coese e rappresentare un tutt’uno con il corpo elettorale di cui sono espressione. Inoltre, stando alla situazione attuale, in assenza di un vaccino e di una vaccinazione globale, viviamo una situazione di estrema precarietà – anche se molti ritengono che non sia così. Allo stesso modo delle aziende che si sono attrezzate (chi bene chi meno bene) per il lavoro agile o smart, anche le istituzioni hanno l’obbligo di attivarsi in tempi brevi per il mantenimento del processo democratico integro e in sicurezza, magari attraverso quella blockchain di cui spesso si torna a parlare anche per progetti di questo genere.
L’esperienza che stiamo vivendo ci ha insegnato il valore dell’economia e dei supporti digitali anche come strumento di inclusione sociale, internet e le nuove tecnologie sono un fondamentale strumento civico e un bene primario a tutti gli effetti. Abbiamo il dovere di utilizzare ciò che la tecnologia ci mette a disposizione per includere nel processo democratico sempre più persone, anche tra i più giovani, e permettere che i più fondamentali principi che sono alla base dello Stato di diritto vengano assicurati in qualsiasi condizione.