Lo scorso anno, meno di un terzo dei ruoli apicali negli organi societari della moda italiana era ricoperto da donne. Nei consigli di amministrazione delle aziende associate alla Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI), la presenza femminile si attestava al 25,8%, con un calo dell’1,2% rispetto al 2023. Nei Collegi Sindacali, la quota femminile era del 27,4%, in crescita del 2,3%, mentre tra i Procuratori si registrava una presenza del 35,6%, in calo dell’1%.
Questi sono alcuni dei principali dati emersi dall’Osservatorio “Donne e Moda: il Barometro 2025”, promosso dall’Ufficio Studi di PwC Italia in collaborazione con “Il Foglio della Moda”, l’inserto mensile dedicato alla cultura e all’industria della moda del quotidiano “Il Foglio”, curato da Fabiana Giacomotti. La ricerca, giunta alla sua quinta edizione, analizza la presenza femminile e i ruoli ricoperti dalle donne lungo tutta la filiera del sistema moda, sia da un punto di vista quantitativo sia qualitativo. L’analisi è stata condotta su più livelli e ha coinvolto le principali associazioni di categoria del settore.
Dallo studio è emerso che nel 2023 la manodopera femminile nell’industria Tessile-Abbigliamento rappresentava il 59,3%, un dato superiore di oltre il 30% rispetto alla media dell’industria manifatturiera, che si attestava al 28,9%.
Nel comparto Tessile, le donne costituivano il 59,1% degli impiegati, il 45,7% degli operai, il 27,5% dei quadri e il 17,8% dei dirigenti. Nel settore Abbigliamento, invece, la presenza femminile era ancora più marcata: 73,8% degli impiegati, 64,3% degli operai, 45,4% dei quadri e 31,6% dei dirigenti. Nelle Pmi artigiane della filiera moda, quasi tre amministratori delegati su quattro sono donne. Tuttavia, il 69% delle manager ha più di 45 anni, mentre solo il 2% ha meno di 30 anni. Al contrario, i manager uomini under 30 risultano sette volte più numerosi rispetto alle donne della stessa fascia d’età.