Guardando al futuro, l’economia europea, in particolare quella italiana, potrebbe subire ripercussioni negative a causa dell’aumento dei dazi imposto dagli Stati Uniti. Sebbene la qualità elevata dei prodotti italiani destinati al mercato americano e i margini di profitto relativamente alti di alcune aziende possano inizialmente attutire gli effetti negativi, un impatto più consistente sarà difficile da evitare qualora il commercio globale dovesse rallentare in modo significativo.
Lo ha evidenziato Andrea Brandolini, vice capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, durante un’audizione sul Documento di economia e finanza (Dfp), convocata presso le commissioni Bilancio congiunte del Senato.
Brandolini ha, inoltre, osservato che anche gli investimenti potrebbero subire un’ulteriore frenata. Già ora risentono di un utilizzo limitato della capacità produttiva e di condizioni di finanziamento che restano restrittive nel lungo periodo. A questi fattori si aggiunge l’incertezza legata all’evoluzione delle politiche commerciali, che potrebbe ulteriormente ostacolare la ripresa degli investimenti.