I dati più recenti sul commercio estero evidenziano ancora una volta la forza competitiva dei distretti industriali italiani. Il 2024 si è concluso con un risultato da primato, registrando esportazioni pari a 163,4 miliardi di euro, in crescita dello 0,9% rispetto all’anno precedente. Questi numeri emergono dalla XVII edizione del Rapporto Economia e Finanza dei Distretti Industriali, elaborato dal Research Department di Intesa Sanpaolo, che offre un quadro dettagliato dello stato economico e finanziario delle imprese distrettuali italiane.
Oltre al balzo dell’export, si segnala anche una contrazione delle importazioni, scese dell’1,9% (dopo il calo del 9,3% del 2023), che ha contribuito a spingere l’avanzo commerciale sopra la soglia dei cento miliardi di euro, un livello mai raggiunto prima, come riporta Borsa Italiana.
Guardando ai bilanci delle 22.700 aziende analizzate, il 2023 si è chiuso con un fatturato di 344 miliardi di euro, in leggero calo (-0,5%), ma con un miglioramento della redditività operativa: il margine EBITDA è salito all’8,1%, rispetto al 7,6% del 2022. È proseguito anche il rafforzamento della struttura patrimoniale: il patrimonio netto ha raggiunto il 34,4% del totale delle passività, segnando un aumento di tre punti percentuali rispetto all’anno precedente e di sei rispetto al 2019.
Per l’anno passato si prevede, invece, un rallentamento del fatturato, stimato in calo del 3,5%, mentre le prospettive per il 2025 risultano incerte. Secondo il rapporto, infatti, le tensioni commerciali internazionali potrebbero vanificare i benefici legati al rientro dell’inflazione e alla riduzione dei tassi d’interesse nell’area euro.
Nonostante le imprese distrettuali abbiano costruito una solida base finanziaria negli ultimi anni e dispongano di abbondante liquidità, condizioni che favorirebbero nuovi investimenti e una crescita sostenuta nel medio-lungo periodo, il contesto resta complesso. In particolare, i nuovi dazi statunitensi sulle importazioni rendono più difficile l’accesso a un mercato fondamentale come quello degli Stati Uniti, che nel 2024 ha rappresentato l’11% delle esportazioni totali dei distretti.
Tuttavia, le imprese italiane possono mitigare gli effetti di questa frenata puntando su uno dei loro punti di forza: l’elevata qualità dei prodotti. Inoltre, potrebbero trovare nuove opportunità di sviluppo esplorando mercati alternativi dove far crescere la propria presenza. Nel dettaglio, la ricerca evidenzia come la filiera agroalimentare stia vivendo una crescita continua sui mercati esteri. Nel 2024, l’export del settore, a prezzi correnti, ha registrato un aumento del 7,1%. Anche le altre filiere distrettuali hanno dimostrato una buona competitività a livello internazionale: negli ultimi anni, infatti, l’export ha raggiunto livelli storicamente elevati nei distretti della meccanica, della filiera dei metalli, dei beni di consumo legati alla moda, così come in quelli dei materiali e prodotti per le costruzioni.
L’analisi di lungo periodo condotta dagli esperti di Intesa Sanpaolo conferma inoltre la capacità delle imprese distrettuali di ampliare il proprio raggio d’azione: la distanza media percorsa dalle esportazioni è passata da 3.150 chilometri nel 2005 a 3.434 nel 2023. Parallelamente, è cresciuta anche la diversificazione dei mercati di sbocco.
Lo studio ha inoltre individuato un gruppo di imprese definite “champion”, in base alle loro performance nel triennio 2021-2023. Queste aziende rappresentano quasi l’8% del totale e sono ben distribuite in tutti i settori. Si tratta di imprese fortemente attive in ambito di innovazione e internazionalizzazione, caratterizzate anche da una maggiore presenza di giovani e donne nei consigli di amministrazione.
Secondo l’analisi, l’innovazione tecnologica gioca un ruolo chiave: dopo il 2020, grazie alla spinta del piano Transizione 4.0, si è registrata una diffusione più ampia delle tecnologie digitali, con effetti positivi sul miglioramento dei processi, sull’aumento della produttività e su maggiore sicurezza e flessibilità operativa.
In conclusione, il Rapporto evidenzia il percorso virtuoso di riposizionamento competitivo intrapreso dalle imprese distrettuali nel tempo, ma anche le principali priorità su cui intervenire: in particolare, la difesa delle quote di mercato negli Stati Uniti e la ricerca di nuove opportunità commerciali, insieme a investimenti in innovazione, tecnologia e sostenibilità ambientale, sociale e di governance.
Si tratta di un insieme articolato di strategie che può essere più facilmente attuato all’interno dei distretti, dove permangono vantaggi localizzativi come l’ampia disponibilità di competenze professionali, la presenza di enti di formazione, centri di ricerca e laboratori, la vicinanza ai mercati di approvvigionamento e alle filiere di fornitura, la disponibilità di servizi logistici efficienti e una maggiore riconoscibilità a livello internazionale.