“Oltre a giustificare una semplificazione per il suo calcolo complesso a fronte della stima di un gettito esiguo, la Global Minimum Tax (GMT) del 15%, già attuata dagli Stati europei, va messa in correlazione con il suo boicottaggio da parte dell’amministrazione americana verso cui sono in fase di valutazione eventuali contro-dazi“.
Lo afferma, in una nota, Gaetano De Vito, presidente di Assoholding, secondo il quale “è il momento di prendere seriamente in considerazione l’istituzione di accise sui proventi ricavati dai servizi offerti dalle big tech americane sui dati estratti dagli utenti europei, fattori non tenuti in considerazione nella ‘tabella Trump’ sugli sbilanciamenti import – export verso l’Ue. La proposta di istituire accise su questi servizi – continua De Vito – può rappresentare una soluzione anche semplificata tenuto conto che queste imposte indirette sono già istituite a livello europeo. Per risolvere il problema del boicottaggio della GMT da parte dell’amministrazione americana si potrebbe percorrere la strada di applicare alle big TECH USA una digital tax, a livello europeo, che abbia come base lo stesso imponibile dichiarato ai fini del GILTI, l’imposta minima americana. Ciò con lo scopo di rendere la base imponibile non contestabile ai fini della misurazione della capacità contributiva sulla ricchezza prodotta da questi soggetti“.