di Ruggero Alcanterini
Mai come adesso sembrano adatte le parole… , che dico, il grido di battaglia che Garibaldi pronunciò il 15 maggio 1860 a Pianto dei Romani, giusto a un tiro di schioppo da Calatafimi Segesta tra i Mille, affiancati da volontari siciliani, e contro i tremila soldati borbonici, inquadrati nella colonna mobile del generale Francesco Landi. Dunque, con il modulo, il tesserino professionale, le certificazioni anagrafiche e lo stato di famiglia, con la nota della spesa, in tuta e scarpe da tennis, guanti di lattice e mascherina siamo in grado di avventurarci nella fase due. Questa, in intesi, la conditio sine qua non, con cui possiamo avventurarci nella ripresa graduale possibile, nella consapevolezza che il COVID 19 è pur sempre in agguato e dobbiamo saperci convivere con estrema prudenza, pena la morte. Sì, quel che sembra una esagerazione, in realtà è una giusta chiave di lettura, un deterrente che dovrà guidarci in scelte e comportamenti, di qui in avanti, per un periodo non breve, purtroppo. Quanto prima, occorrerà poi tornare sulle tematiche economiche e sociali, sulle prospettive di lavoro e di vita comune, quindi comunitaria anche nel senso europeo, di una partita che ci stiamo giocando come Paese sulla scacchiera planetaria, in modo assolutamente serio, perché presto ci si renderà conto che gli invocati provvedimenti tampone, finanche a fondo perduto, non sono altro che illusori palliativi e che ben altro ci toccherà fare. Comunque, oggi è un altro giorno e come scrisse Lorenzo de Medici nella sua carnascialesca Canzona di Bacco, nel 1490, anno in cui sembrava che la peste fosse fugata …
Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.