Secondo l’analisi sui settori industriali di Intesa Sanpaolo e Prometeia l’industria italiana dovrebbe tornare a crescere nel corso del 2025, in un quadro internazionale comunque ancora improntato all’incertezza. Lo scenario resta infatti “sfidante per le imprese italiane, denso di rischi al ribasso che potrebbero protrarsi per buona parte del 2025”.
Tra i fattori di complessità che contribuiscono a destabilizzare il quadro vi è soprattutto l’incertezza sulle politiche commerciali della nuova amministrazione Usa. L’interscambio Italia-Stati Uniti è ampiamente influenzato da settori strategici come Meccanica, Farmaceutica e Automotive, dove la fitta rete di investimenti esteri potrebbe portare a soluzioni negoziali o garantire continuità rispetto ai dazi già in essere, che non hanno precluso la crescita delle nostre esportazioni nell’ultimo quinquennio.
L’indice di fiducia è in risalita nella rilevazione di gennaio, indicando un miglioramento delle attese su ordini e produzione. La ripartenza della domanda europea potrà favorire il recupero delle esportazioni. Già a partire dai mesi estivi del 2024, infatti, l’export italiano di beni manufatti destinati ai paesi Ue si è riportato su un sentiero di moderata crescita (+1,9% a prezzi costanti e +1,6% a valori correnti, nel quadrimestre luglio-ottobre), arginando le difficoltà del primo semestre.
La riattivazione degli scambi di beni intermedi, soprattutto nel bimestre settembre-ottobre (Metallurgia +6%, Intermedi chimici +4,4%, a prezzi costanti) sembra preludere a una ripartenza del ciclo scorte e produttivo dei principali partner industriali dell’Eurozona, come si legge su Borsa Italiana. Anche la Germania, infatti, che allo stato attuale resta l’anello più debole della manifattura europea, mostra segnali di attenuazione del ritmo di caduta della produzione.
Di rilievo anche l’accelerazione delle esportazioni italiane di beni di consumo (Alimentare e bevande +7,9%, Largo consumo +6,3% a prezzi costanti, sempre nel bimestre settembre-ottobre), che trova conferma anche nel rankingsettoriale per fatturato deflazionato e segnala una ripresa del potere d’acquisto delle famiglie europee, di pari passo con il percorso deflattivo e di allentamento monetario.
Il rientro dell’inflazione rafforzerà anche i consumiitaliani nel corso 2025, unitamente a un miglioramento dell’occupazione e agli effetti positivi dei rinnovi contrattuali. A beneficiarne saranno, soprattutto, i prodotti alimentari e i consumi di servizi, a fronte di una debolezza ancora diffusa dei consumi di beni del Sistema moda e di beni durevoli, soprattutto di Autoveicoli.
La discesa dei tassi, poi, renderà piu’ favorevoli le condizioni di investimento delle imprese che, unite alle semplificazioni ai decreti attuativi del piano Transizione 5.0, sosterranno un recupero degli acquisti di macchinari e attrezzature, dopo lo stallo del 2024.
Conferme in tal senso giungono dalle indagini di fiducia, in particolare dalla risalita dell’indice relativo al comparto dei beni strumentali, che anticipa le ricadute positive sulla filiera metalmeccanica, molto penalizzata dall’attendismo che ha caratterizzato il 2024. Il ciclo delle costruzioni continuerà a trovare spunti di crescita nel segmento delle opere pubbliche, grazie ai fondi del Pnrr, sostenendo gli ordini dei prodotti maggiormente impiegati nei progetti infrastrutturali, soprattutto cemento, calcestruzzo e prodotti da costruzione in metallo.