di Maurizio Pimpinella
L’ecosistema delle procedure di incasso e pagamento è uno dei più dinamici e permeabili al cambiamento che esistano. Non potrebbe essere altrimenti se si pensa che solo quindici anni fa questo mercato era completamente diverso da oggi (così come sostanzialmente lo era stato per decenni), passando da un mondo di banche ad uno di banche e fintech in cui l’innovazione la fa da padrone. In questo contesto, in molti pensavano che alcuni operatori potessero rimanere in una condizione in qualche modo ibrida, mettendo a disposizione dei consumatori servizi finanziari rimanendo per certi versi estranei dall’ambito regolamentare che governa tali procedure. Ebbene, da ieri non sarà più così e quasi improvvisamente – ma questo solo per alcuni – ci troviamo di fronte ad una nuova rivoluzione.
Secondo l’Ufficio statunitense per la protezione finanziaria dei consumatori, Apple (ma anche PayPayl, Google e verosimilmente anche Amazon) sarà ora trattata come una banca, finalizzando una proposta dello scorso anno con diverse modifiche: ciò che equivale per certi aspetti ad aprire all’ipotesi a renderli soggetti vigilati dalle banche centrali. La nuova norma si applica alle piattaforme che gestiscono oltre 50 milioni di transazioni all’anno, con l’obiettivo di monitorare i maggiori operatori del settore. Il mondo che già è cambiato, sta ancora cambiando e cambierà ancora. La forza dirompente dell’unione tra finanza e tecnologia ma posto fin da subito le condizioni per la costituzione di un mercato che non può per sua stessa natura considerarsi statico ma perennemente orientato al cambiamento. L’unica differenza è che alcune di queste sono costanti, altre repentine.
La notizia, è evidente, è di quelle importanti è impone fin da subito (cosa che già andava fatta in precedenza per la verità) ad un ripensamento della gestione della vigilanza di questi operatori anche dalle nostre parti. Fino ad oggi, infatti, siamo stati troppo spesso orientati a voltarci dall’altra parte e non considerando tali operatori pienamente per quello che sono ormai diventati, per il semplice motivo che facevano anche altri mestieri e che nell’ambito finanziario spesso si avvalevano di altri operatori come la JP Morgan di turno. “I pagamenti digitali sono passati da novità a necessità e la nostra supervisione deve riflettere questa realtà”, ha dichiarato il direttore del CFPB Rohit Chopra nella dichiarazione. E come dargli torto? I pagamenti elettronici sono – e da tempo – un elemento abilitante l’economia digitale, creano nuove opportunità di business, posti di lavoro, favoriscono la crescita delle competenze digitali e, infine, mettono le persone in condizione di superare alcune barriere che ne impediscono la crescita e l’acquisizione di una vera cittadinanza attiva.
Sul tema si aprirà sicuramente un ampio dibattito ma rimane certo che la strada è stata ormai tacciata e che, soprattutto, l’evoluzione del settore fintech e dei pagamenti elettronici è inarrestabile.