L’evoluzione dell’informazione e della comunicazione finanziaria in una prospettiva anche di sustainability disclosures. È stato questo il tema principale al centro dei lavori dell’IFRS Advisory Council Meeting, svoltosi ieri e oggi a Londra , al quale ha partecipato anche il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio. L’Advisory Council è un organismo consultivo interno dell’IFRS Foundation. l’organizzazione internazionale istituita per sviluppare standard di contabilità e divulgazione della sostenibilità. Dal 2025 de Nuccio sarà anche membro dell’Accounting standards advisory forum (ASAF) di IFRS.
“Nel corso di questa due giorni londinese – afferma de Nuccio – sono stati molti i temi trattati, a dimostrazione del particolare fermento nel mondo dell’accounting, che sta vivendo un periodo di “ripensamento” di taluni paradigmi ritenuti fondanti il sistema di informativa aziendale. Oltre alla revisione, canonica e periodica, delle disposizioni tecniche dei principi contabili internazionali, si è parlato, infatti, dell’evoluzione dell’informazione e della comunicazione finanziaria in una prospettiva anche di sustainability disclosures”.
De Nuccio ricorda come “l’IFRS Foundation ha rivisto la propria governance per includere, accanto all’international Accounting Standards Board (IASB), anche lo International Sustainability Standards Board (ISSB), tavolo tecnico dedicato specificamente all’informativa di sostenibilità e alla correlata pubblicazione degli IFRS Sustainability Standards. In questo contesto è di estremo rilievo il processo di avvicinamento dell’informativa finanziaria all’informativa non-finanziaria e viceversa. È evidente, nei fatti, che le prospettive, financial e non-financial, siano tra loro complementari e che, per molti aspetti, debbano essere lette in modo congiunto e interconnesso. In particolare, il tema della “connettività” tra i due set di principi appare fondamentale in questa logica, per fornire una disclosure di alta qualità che risulti utile ai fini decisionali per gli stakeholder e, in primis, per gli investitori, destinatari privilegiati di tutti i principi che portano il timbro dell’IFRS Foundation. D’altronde, le pratiche sulle questioni environmental, social e di governance hanno acquisito un ruolo centrale nelle pratiche aziendali ed è corretto che le stesse siano considerate a livello informativo anche nella logica dell’impatto che l’ambiente esterno può avere sull’attività aziendale“.
Il numero uno dei commercialisti sottolinea come “diversi sono gli argomenti che devono essere esaminati congiuntamente, a partire dalla disclosure sugli effetti derivanti dal cambiamento climatico per arrivare ai rischi connessi alla gestione degli intangibili e del capitale umano. In questa prospettiva – aggiunge -, particolare attenzione deve essere riservata al progetto sul Management Commentary (MC) che si potrebbe candidare a svolgere un ruolo di “report unico” dell’attività aziendale, fruendo anche dell’expertise apportata dall’International Integrated Reporting Council, consolidato nella veste di Value Reporting Foundation nel 2022 all’interno dell’IFRS Foundation. Potrebbero delinearsi, in sostanza, le possibilità per considerare il MC come un documento sintetico di comunicazione integrata“.
“Quello dell’IFRS Foundation – ha concluso – è un movimento che, seppur rivolto in linea teorica alle imprese che operano in tutto il globo, si deve confrontare con quanto sta accadendo negli specifici contesti regionali e, anzitutto, nell’Unione Europea, riferimento istituzionale a livello mondiale. La vera sfida sarà traslare queste previsioni nella realtà delle piccole e medie imprese, quale anello della catena del valore e come entità a se stanti, che, seppur incidano singolarmente in maniera relativa a livello ESG, rappresentano complessivamente più del 95% delle imprese dei paesi OCSE e incidono per circa due terzi delle esternalità negative globali ambientali”.