È calato il sipario sull’edizione 2024 di Health Innovation Show. Filo conduttore della due giorni di lavori è stata l’innovazione come strumento per rispondere sempre meglio ai bisogni di salute dei cittadini, ma anche per garantire la sostenibilità del sistema salute.
Promosso da Fondazione Mesit (Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica), in collaborazione con Ceis-Eehta (Centre for Economic and International Studies: Economic Evaluation and HTA, Università degli Studi di Roma Tor Vergata), Altems (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) e il Centro di Ricerca Interdipartimentale ‘Innovazione & Salute’ (Università Roma Tre) e realizzato anche con il contributo non condizionato di Sanofi eGilead, l’evento è stato ospitato a Roma, nella splendida cornice del centro congressi di Palazzo Rospigliosi.
“L’innovazione – ha affermato il presidente della Fondazione Mesit, Marco Trabucco Aurilio – è il motore della transizione sanitaria. Del resto, i progressi della ricerca scientifica hanno cambiato il paradigma di cura di tante patologie, riducendone non solo la mortalità ma anche il carico invalidante per i pazienti. La vera sfida oggi è l’equità: rendere l’innovazione disponibile a tutti i cittadini del Paese, indipendentemente dalla Regione in cui risiedono“.
“Con Health Innovation Show 2024 – ha proseguito – speriamo di generare proposte concrete sul tema dell’innovazione e dell’accesso all’innovazione, proprio in questi giorni in cui si sta discutendo la legge di bilancio“.
“Da medico nucleare – ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci in un messaggio inviato ai partecipanti – ho potuto toccare con mano come nell’ultimo decennio siano migliorata l’assistenza sanitaria e la qualità delle cure grazie all’ingresso di apparecchiature capaci di distinguere in maniera sorprendente tra lesioni benigne e maligne o grazie all’arrivo di nuovi radiofarmaci sempre più specifici e sensibili. E guardo con fiducia e interesse all’applicazione dell’intelligenza artificiale in campo prognostico, penso all’ideazione di modelli di evoluzione della malattia con ipotesi basate sui dati di imaging“.
“Certo – ha evidenziato l’esponente del governo – le innovazioni hanno un costo, ma nel lungo termine permettono risparmi significativi delle spese di assistenza e i malati possono mantenere una vita più attiva“.
La seconda e ultima giornata di lavori si è aperta con una sessione dedicata all'”Innovazione in Sanità-Parlamento e Regioni”: rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali si sono confrontati su sviluppi normativi e modelli di governance necessari per accedere alle nuove tecnologie sanitarie e su come garantire al tempo stesso la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale.
“C’è una crescente domanda di salute – ha detto Fulvia Filippini, Public Affairs Country Head, Sanofi – anche in linea con il quadro demografico. Soprattutto le aziende, come per esempio la nostra, Sanofi, sono impegnate nel portare un’innovazione anche trasformativa. Per quanto ci riguarda o molto focalizzati su farmaci ‘first in class’ e ‘best in class’ e siamo quindi impegnati a portare innovazione. Sicuramente c’è necessità di fare un cambio di passo, il payback è al momento insostenibile e quindi ci auguriamo che ci possano essere dei correttivi già da questa Legge di Bilancio ma a mio avviso bisogna poi guardare un po’ a lungo termine, sicuramente attraverso una strategia nel settore Life Sciences che sia a 360 gradi, rafforzando il ruolo nel privato in una partnership pubblico-privato virtuosa“.
“E poi – ha continuato – c’è comunque il tema fondamentale della ricetta della prevenzione, che va rafforzata con un forte coordinamento tra Stato e regioni, che al momento manca“.
Nella sessione dedicata a ‘Prevenzione e Vaccini’, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di conoscere i progressi in campo vaccinale, con particolare attenzione agli strumenti innovativi per migliorare copertura ed efficacia dei programmi di prevenzione.
L’oncologia è stata al centro della terza sessione, con la presentazione delle più recenti novità su diagnosi e terapie. “Ricerca e innovazione – le parole di Filippo de Braud, direttore Dipartimento e Divisione Oncologia Medica, Istituto Nazionale Tumori di Milano, professore ordinario, università degli Studi di Milano – devono servire a guarire più persone. E se vogliamo guarire più persone dobbiamo cercare di avere una diagnosi precoce della malattia, quindi potenziare i servizi di diagnosi precoce e di diagnostica, che devono essere differenziati tra quelli di diagnostica della malattia avanzata, e quindi non fatti negli ospedali ma in strutture dedicate dove ci sono persone sane che vanno a fare degli esami“.
“In questo modo – ha sottolineato l’esperto – potremmo avere una conoscenza maggiore di più persone malate in una fase iniziale. Tutto quello che noi come innovazione sviluppiamo nella malattia avanzata e quindi l’altissimo livello di tecnologia nelle cure che abbiamo sviluppato adesso lo possiamo trasferire in una fase in cui è più probabile ottenere la guarigione dalla malattia e guarire più persone“.
“L’esempio classico – ha precisato de Braud – è quello del tumore della mammella: se diagnosticato in una fase iniziale ha una probabilità di guarigione e di sopravvivenza libera da malattia a cinque anni ma anche a dieci superiore all’80%, ma ancora il 30% delle donne arriva alla diagnosi con una malattia metastatica“.
“Innovazione e ricerca non è solamente quella scientifica – ha tenuto a sottolineare – ma è anche quella gestionale. Vi sono, infatti, numerosi problemi strutturali che abbiamo affrontato in questo importantissimo convegno. Probabilmente sono gli Irccs quelli deputati a fare una ricerca gestionale, perché hanno già una forte attività di ricerca, sono Istituti di ricerca e cura e soffrono moltissimo una razionalizzazione delle gestioni dei percorsi di carriera delle infrastrutture, l’organizzazione della digitalizzazione e dell’informatizzazione dei processi che dovrebbero aiutarci ma non sono spesso coordinati e dovrebbero aiutarci anche a creare sistemi per cui le informazioni raccolte, ovvero i dati, possano essere uniformemente raccolte su tutto il territorio nazionale per poter poi essere utilizzati nella valutazione ‘real world’, che rappresenta il passo successivo della ricerca avanzata“.
Nella sessione ‘Innovazione e Disabilità’ sono state affrontate questioni come l’accessibilità digitale e la telemedicina. Sono state illustrate le novità introdotte dal decreto legislativo n. 62/2024, sulla standardizzazione delle valutazioni delle disabilità e sul miglioramento dell’integrazione tra le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie.
“La nuova riforma della disabilità – ha spiegato il coordinatore generale medico legale Inps, Raffaele Migliorini – pone, effettivamente, nuovi orizzonti e nuove sfide. Health Innovation Show è stata proprio l’occasione per mostrare anche come l’Istituto stia declinando sempre la sua attività anche in visione di quelli che sono gli sviluppi della tecnologia dal punto di vista medico. Queste tematiche, d’altronde, sono sempre state seguite anche dai nostri vertici, dal nostro presidente e dal nostro direttore generale, temi a cui tengono molto. E in effetti abbiamo poi mostrato alcune collaborazioni che l’Istituto ha con prestigiosi Istituti di ricerca, tra cui l’Istituto europeo di Milano e altre Istituzioni, proprio per comprendere come l’aspetto medico-legale debba svilupparsi sempre, anche in armonia con l’innovazione tecnico-scientifica“.
Nel pomeriggio, la sessione dedicata alle ‘Malattie Rare’ ha offerto una riflessione multidisciplinare sull’importanza degli screening neonatali e delle diagnosi precoci per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Nella sessione dedicata a ‘Innovazione, IA e Prevenzione’ è stata illustrata l’ambiziosa visione della multinazionale farmaceutica Sanofi per il futuro della medicina personalizzata. La giornata si è conclusa con una sessione su ‘Cronicità e Stili di Vita’.
“La tempesta perfetta, come big data, infrastrutture e IA generativa stanno cambiando il modo di fare ricerca” al centro dell’intervento di Emanuele de Rinaldis, Vice President, Global Head of Precision Medicine & Computational Biology, Sanofi. “Oggi ho presentato una prospettiva globale sugli investimenti e la strategia di Sanofi, realtà globale che conta centomila persone in tutto il mondo. Da qualche anno, su iniziativa del nostro ceo e di tutto il gruppo esecutivo, abbiamo investito in dati, in infrastrutture computazionali e in algoritmi di intelligenza artificiale. Questo ci permette di affrontare le sfide di scoperta e sviluppo di nuovi farmaci, utilizzando enormi quantità di dati. E per tempesta perfetta intendiamo la convergenza di trilioni di dati che sono disponibili tramite tecnologie che ci permettono di andare a fondo sulla caratterizzazione delle malattie in ogni paziente, su una grande quantità di pazienti“.
“Trilioni di data points, grandi strutture computazionali, come ad esempio Amazon, e strumenti di intelligenza artificiale, esplosi negli ultimi anni. Questa tempesta perfetta, questa convergenza di questi tre fattori – ha concluso de Rinaldis – ci permette di affrontare le sfide della filiera di scoperta e sviluppo di un farmaco in modo molto più efficiente, arrivando al paziente co terapie più efficaci, meno tossiche e in modo più rapido“.