In Italia ci sono poco meno di 8 milioni di persone con disabilità, che rappresentano circa il 13% della popolazione.1 Un’indagine di Eurostat ha confermato il legame tra disabilità e povertà: il 33% delle persone con disabilità in Italia è a rischio di povertà, rispetto al 23% delle persone senza disabilità. Le persone con disabilità hanno minori opportunità di lavoro e un accesso limitato all’istruzione, all’assistenza sanitaria, ai trasporti, agli alloggi e alla tecnologia.
Nonostante l’Italia abbia ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità manca ancora un sostegno significativo per le persone disabili in termini di assistenza economica, come dagli “Adeguati livelli di vita e protezione sociale” dell’art.28 del Trattato.
Sia l’Italia che l’Unione Europea sono Stati Parti della Convenzione ONU, l’Italia dal 3 marzo 2009, e l’Unione Europea dal 23 dicembre 2010, che riconosce il diritto a uno standard di vita adeguata alle persone disabili e le loro famiglie, in particolare l’articolo 28 afferma che gli Stati Parti riconoscono il diritto a un adeguato tenore di vita e protezione sociale alle persone con disabilità e le loro famiglie, compreso l’accesso al cibo, ai vestiti e all’alloggio. Inoltre, devono essere adottate misure appropriate per proteggere e promuovere questo diritto senza alcuna discriminazione basata sulla disabilità.
La prima erogazione del 26 gennaio dell’Assegno di Inclusione da parte dell’attuale governo di un importo medio mensile di 10,84 euro in più delle stime, e cioè 645,84 euro di media mensile contro 635 euro stimati dal Ministero del Lavoro, che a regime andranno a oltre 600mila famiglie che hanno fatto domanda, per una platea potenziale di 737mila nuclei familiari, che assumendo che facciano tutti domanda di Assegno di Inclusione, e che verrà accolta a tutti, beneficerà 1,757 milioni di persone, sui 5,674 milioni di poveri assoluti in Italia.
Nel 2009, l’Italia ha istituito l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità per promuovere l’attuazione della Convenzione ONU e monitorare le politiche sulla disabilità. Tuttavia, già nel rapporto all’Italia datato 31 agosto 2016 dal Comitato ONU delle Persone con Disabilità sono state sollevate preoccupazioni riguardo alla risposta del nostro Paese sui diritti delle persone con disabilità, incluso per quanto riguarda i livelli di povertà e la carenza di protezione sociale.
Nonostante i progressi compiuti, l’Italia è ancora priva in termini di sostegno economico alle persone disabili, come dovrebbe essere nella Convenzione delle Nazioni Unite.
La Commissione europea ha adottato la Strategia europea per la disabilità 2021-2030 per affrontare le discriminazioni e le barriere che incontrano le persone disabili nell’Unione Europea sulla base della Convenzione ONU e delle proprie precedenti politiche programmatiche sulla disabilità.
Tuttavia, tale Convenzione, approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 13 dicembre 2006, rappresenta un importante risultato raggiunto dalla comunità internazionale in quanto strumento internazionale già vincolante per gli Stati Parti.
L’Italia e l’Unione Europea hanno ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite, che mira a promuovere e proteggere i diritti e le libertà delle persone disabili, e avendo l’Italia sottoscritto anche il protocollo opzionale, significa la volontà politico-legale di attuare tutta la Convenzione ONU.
È fondamentale che l’Italia dia piena attuazione ai diritti delle persone con disabilità, senza ulteriori ritardi. L’attuazione prioritaria dell’articolo 28, “Adeguati livelli di vita e protezione sociale”, rappresenterebbe un significativo passo avanti per l’Italia e per i suoi oltre 7,5 milioni di cittadini disabili, che sono tra le persone più vulnerabili del nostro Paese.