Misure a costo zero per i cittadini, incentivi fiscali all’uso della moneta elettronica e POS obbligatori per ogni licenza commerciale o attività a contatto con il pubblico.
L’Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento ‘scende in campo’ con un pacchetto di proposte volte a contrastare la piaga dell’evasione fiscale, far emergere l’economia sommersa e incentivare i metodi di pagamento elettronici, liberando preziose risorse da destinare a infrastrutture, scuole, sanità e sociale.
La filosofia dell’iniziativa è ben precisa: nessuna guerra al contante e nessuna tassa sui prelievi, ma un uso sapiente della leva fiscale per favorire un progressivo cambiamento culturale.
“Giochiamo sempre con gli stessi soldi delle stesse persone, di cui già conosciamo il profilo finanziario. Diamo, invece, più servizi ai cittadini e, nel frattempo, realizziamo una serie di incentivi che si muovono su un doppio binario per incrementare l’uso dei pagamenti elettronici e contrastare l’evasione fiscale”, spiega il presidente dell’Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento (A.P.S.P.), Prof. Maurizio Pimpinella.
Ed ecco, in sintesi, i quattro punti principali della proposta dell’APSP.
1 – POS OBBLIGATORI PER OTTENERE LA LICENZA COMMERCIALE
“La misura di partenza è l’estensione dell’obbligo di qualsiasi sistema di incasso e pagamento elettronico a ogni licenza commerciale o altre attività di contatto con il pubblico. Sia presenti sia future”, sottolinea Pimpinella, aggiungendo che “ad oggi, per esercenti e professionisti, c’è solo un generico obbligo privo di sanzioni”.
Va invece sfatata la “leggenda metropolitana secondo cui i pagamenti elettronici in Italia sono più costosi che negli altri Paesi. Dispositivi per incassi e pagamenti sono sempre meno costosi e alla portata di qualsiasi attività commerciale. Non è quindi riducendo le commissioni sul POS e sulle carte che aumenta il loro utilizzo”, puntualizza il numero uno dell’A.P.S.P.
2 – MODELLO GRECO PER PREMIARE IL ‘CONSUMATORE DIGITALE’
“Inoltre, sarebbe opportuna la realizzazione di un meccanismo premiante o disincentivante per il contribuente (a seconda dei casi), progressivo in base al suo livello di spesa e di reddito. L’esempio cui ispirarsi è quello greco in cui il contribuente-consumatore, per avere una detrazione fiscale, è tenuto a pagare con denaro elettronico una certa somma stabilita in base al proprio reddito. Se ciò non accade vi sarà una penale sulla differenza. A questo proposito il Centro Studi A.P.S.P. sta elaborando una proposta dettagliata”.
3 -MENO TASSE PER ESERCENTI CHE DICHIARANO INCASSI CON MONETA ELETTRONICA
Nella pacchetto di misure in studio, l’A.P.S.P. affronta anche il nodo dell’evasione fiscale. “Nella proposta che avanzeremo, l’emersione dei capitali sommersi potrà essere utilmente affrontata”, osserva il presidente. “A questo scopo, sarà possibile incentivare gli esercenti all’uso dei pagamenti elettronici applicando un’aliquota fiscale forfettaria, naturalmente inferiore a quelle attuali, sui fatturati incrementali realizzati con pagamenti digitali. Il sistema è semplice. Tutto ciò che viene fatturato in più, rispetto all’anno di partenza della norma, ed è stato incassato con pagamenti elettronici, potrà essere tassato con un’aliquota ridotta”.
“Con l’emersione dei capitali – prosegue Pimpinella – sarà possibile reperire le coperture necessarie a finanziare dinamicamente il credito d’imposta di cui beneficeranno i contribuenti, dando impulso anche ai consumi”.
4 – DETASSIAMO IL CONTO DI PAGAMENTO
Infine, l’A.P.S.P. propone “la detassazione del conto di pagamento”. Si tratta di “uno strumento nato nel 2007 ma non molto conosciuto in Italia che consente al cittadino, anche non bancarizzato, di ricevere accrediti ed effettuare pagamenti senza particolari oneri”, conclude Pimpinella.