Il modello classico pubblicitario dell’advertising internet ha necessità di un grande rinnovamento e nuovi modelli di business. Il vecchio CPC potrebbe avere qualche piccolo problema a breve. I modelli classici pubblicitari hanno stancato e il pubblico sembra entrato in saturazione. Entrare in un sito web e dover chiudere innumerevoli annunci pubblicitari sta ogni giorno di più stretto senza parlare dei subdoli Pop up in cui il pulsante di chiusura e nascosto o poco visibile.
La pubblicità ha bisogno di chiarezza e onestà. I modelli sempre più “olistici” ed etici si stanno affermando grazie ai recenti eventi e personaggi che hanno iniziato a consapevolizzare il grande pubblico sugli importanti temi della sostenibilità ed etica. Ciò che i “consumatori” stanno iniziando a chiedere è soprattutto trasparenza.
Iniziano a chiedersi come e dove vengono utilizzati i loro dati.
Iniziano a comprendere di essere tracciati, seguiti, catalogati e in un certo senso… spiati.
Iniziano a comprendere che, per quanto siano considerati “solo dei consumatori”, hanno in realtà il potere di smettere di consumare servizi e prodotti e far chiudere un’azienda anche molto grande, se essa non rispetta determinati criteri.
Iniziano a comprendere che, forse, il coltello dalla parte del manico ce l’hanno loro.
Questa la grande rivoluzione. In sintesi, quindi, le persone stanno cambiando e con loro le loro abitudini e i loro consumi. Molte le aziende che si sono accorte di questo o che semplicemente stanno cavalcando l’onda per primi rispetto ad altri stanno adeguando, per il momento, solo le strategie di marketing e la comunicazione al fien di avviare un posizionamento strategico differente dai loro competitor diretti.
Se il marketing ha dovuto adeguarsi, presto anche la distribuzione pubblicitaria ed il modo di usufruire di tali contenuti dovrà farlo. La stessa Google tramite la sua responsabile Alessandra Domizi al Netcomm focus del 2019 ha illustrato il fatto che le ricerche da parte di “consumatori” su internet di aziende con modelli etici e prodotti sostenibili è aumentata notevolmente rispetto ai soli 6 mesi precedenti. I modelli in uso ora, sono quindi già vecchi essendo stati inventati oltre 10 anni fa.
Google, Facebook etc. questo lo sanno bene e stanno già correndo ai ripari avviando nuovi modelli di ricavo. La corsa sembra essere sui servizi a valore aggiunto a pagamento abbandonando il modello free e passando a un modello freemium che dopo un periodo di prova porta al pagamento del servizio.
Lo scenario è quindi già stato da loro preso assolutamente in considerazione dal momento che per questi signori gli introiti pubblicitari rappresentano l’80% del loro fatturato.
Da qualche parte nel mondo, forse in Cina, forse in India o forse in Europa potrebbe esserci una start-up con un nuovo modello pubblicitario etico capace di diventare la nuova Google puntando al cuore delle persone e non al cervello.
Un caso (tra le altre cose italiano) di modello di business pubblicitario innovativo è Friendz, una piattaforma e un’applicazione che permette a chiunque di trasformarsi nel testimonial di un brand sui social network e di essere retribuito per quest’attività dalle aziende interessate, guadagnando crediti convertibili in buoni da spendere nei maggiori e-commerce.
È certamente da pazzi affermare ora: “Attenzione Google, il tuo regno è in finito!”, tuttavia, in passato abbiamo assistito a crolli epocali come Yahoo che ci dicono che tutto è possibile soprattutto in web 4.0 ad alta velocità e in un periodo storico del genere umano senza precedenti.
Ma se fosse, potrebbe essere difficile per le Big company cambiare in corsa il loro business model e sarebbero costrette a reinventarsi sotto altre vesti. Ciò di cui siamo certi, invece, è che la direzione è questa e non si tornerà indietro.
Con questo articolo lanciamo ufficialmente l’hastag #advertisingV dove la V sta per 5.0 in nome del fare impresa in modo etico, sostenibile nella speranza di sensibilizzare imprenditori, manager e persone a realizzare un futuro equilibrato e alla portata di tutti.