di Maurizio PImpinella
La Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria ha compiuto un’importante operazione, non tanto per l’entità dell’intervento, quanto per il superamento di un delicato confine: la conversione in euro di criptovalute confiscate a seguito di attività illecite. Come riportato in una nota dell’Arma, l’operazione è scaturita dal sequestro di Bitcoin e Monero, con un valore totale di circa 11.000 euro, avvenuto a gennaio 2023. In quell’occasione, la Prima Sezione Operativa di Roma e la Sezione Criptovalute hanno eseguito otto misure cautelari nei confronti di individui residenti a Napoli, sospettati di far parte di un gruppo criminale dedito alla contraffazione valutaria.
Le indagini, di respiro internazionale e coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli con la collaborazione di Eurojust ed Europol, fanno parte di un ampio contesto investigativo avviato nel 2018. Questo contesto mira a smantellare una rete di distribuzione di banconote contraffatte attraverso il Darkweb, canali Telegram e il trasferimento di criptovalute su wallet dedicati.
Le criptovalute sequestrate, Monero e Bitcoin, sono state trasferite dalla Sezione Criptovalute su portafogli specifici, utilizzando tecniche e software sviluppati dal Reparto Specializzato dell’Arma. Questi strumenti assicurano una gestione sicura delle chiavi private e/o seed phrase, evitando che un singolo operatore abbia conoscenza completa della chiave privata e aumentando così la protezione contro gli attacchi informatici.
Dopo la confisca con decreto dell’Autorità Giudiziaria di Napoli, le criptovalute sono state convertite in euro, come disposto dai giudici, e trasferite al Fondo Unico di Giustizia. L’operazione è stata realizzata con il supporto dell’Exchange italiano Young Platform, nominato ausiliario di polizia giudiziaria per gestire la conversione e il successivo deposito delle somme al Fondo Unico di Giustizia.