La guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti è solo un aspetto, attualmente il più pubblicizzato, che rientra all’interno dell’ampio scenario dello scontro per il predominio tecnologico e politico fra le due super potenze mondiali che intendono sfruttare la crescita tecnologica (anche e soprattutto attraverso i big tech nazionali) per affrontare l’altro senza esclusione di colpi.
In Cina, in particolare, è partito il conto alla rovescia per il Ministero della Scienza e della Tecnologia per compilare la sua lista dei desideri del prossimo progetto quinquennale. In questa fase, infatti, attraverso le scelte strategiche che saranno fatte si decide una buona fetta del ruolo che le due potenze ricopriranno nel futuro più prossimo.
Nel contesto di sfida aperta “all’Occidente”, ai principali “attori industriali” locali verrà chiesto il loro contributo prima che S&T elabori il suo quattordicesimo piano quinquennale dal 2021 al 2025. Inevitabilmente, BAT, Huawei, Xiaomi, ZTS e le altre imprese statali saranno indiscusse protagoniste del cambiamento, accuratamente guidate dal cuore del Partito.
Il mondo produttivo cinese sarà tutto orientato per fare quel balzo in termini tecnologici necessario per sorpassare definitivamente gli Stati Uniti, in attesa di affermare tale ruolo anche dal punto di vista politico. Ogni dipartimento dell’amministrazione del presidente Xi Jinping seguirà questa procedura nei prossimi mesi per evidenziare aree o settori chiave, degni di investimenti pubblici.
L’alta tecnologia sarà in prima fila. A novembre, sono stati stanziati mega-fondi per 147,2 miliardi di yuan, ovvero 21 miliardi di dollari, per aggiornare l’industria manifatturiera nell’ambito di un budget stimato di ricerca e sviluppo di 110 miliardi di dollari.
“Nel 2020, le relazioni scientifiche e tecnologiche raggiungeranno un altro punto critico”, ha detto Li Zheng, del China Institutes of Contemporary International Relations di Pechino, all’inizio di questo mese. “Negli ultimi anni, le contraddizioni e le differenze tra i due paesi in questo campo sono aumentate in modo significativo. Gli Stati Uniti considerano l’ascesa della tecnologia cinese come una minaccia e stanno ponendo ostacoli al libero flusso di tecnologia, dati, capitali, mercati e talenti tra i due paesi attraverso la legislazione e gli ordini esecutivi [dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump]”, ha aggiunto.
Quella che sta andando profilandosi è una parte integrante della politica di Pechino per una nuova guerra fredda con Washington. Al centro della controversia ci sarà la tecnologia futura.
Il 5G di Huawei è solo un assaggio di quello che potrebbe avvenire. Il gigante delle telecomunicazioni è stato bollato come una “minaccia alla sicurezza nazionale” USA, insieme ai gruppi di sorveglianza Hikvision e Dahua.
Privo di semiconduttori o chip americani, il governo di Xi ha reagito chiedendo una spinta “autosufficiente” in componenti cruciali.
Nonostante, siano costantemente in corso colloqui tra le due parti per individuare una soluzione, questa non potrà che essere una tregua che darà occasione ai contendenti di affilare ulteriormente le armi.
Le linee di battaglia sono state tracciate in patria e all’estero.