Abitualmente, il concetto del fair play è abbinato al mondo dello sport, al rispetto delle regole, dei compagni e degli avversari. Come definito anche dall’International Fair Play Committee, tuttavia, “Il fair play è un concetto complesso che comprende e racchiude in sé una serie di valori fondamentali che non sono solo parte integrante dello sport, ma rilevanti nella vita di ogni giorno”. E questa è esattamente la chiave di lettura con cui deve essere interpretato il concetto stesso di fair play, che è assimilabile più all’idea di “gioco leale” piuttosto che di “gioco corretto”. Sotto questo profilo, infatti, il fair play afferisce in senso più ampio al mondo della legalità, della trasparenza e dell’etica allargata a tutti gli ambiti della vita, compresi l’economia e la finanza.
Inserendosi in questo filone, il comune di Forlì con la partecipazione dell’Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento e del Comitato Fair Play, ha organizzato un’interessante tavola rotonda dal titolo: “Sport e fair play. Sport e legalità i valori che uniscono”, all’interno della più ampia serie di iniziative “Vitamina (L)egalità”.
Dal lato istituzionale, all’incontro hanno partecipato il vicesindaco di Forlì Daniele Mezzacapo, l’assessore alla legalità Maria Pia Baroni, il Presidente A.P.S.P. Maurizio Pimpinella e il presidente del Comitato Fair Play Ruggero Alcanterini. Il dibattito è stato poi arricchito dai campioni dello sport intervenuti per portare la loro testimonianza di fair play nello sport come nella vita: Klaudio Ndoja, Martina Grimaldi, Simone Ruffini, Dario Remondini.
Quando si parla di fair play, “Non ci si riferisce però solo allo sport – precisa Ruggero Alcantarini, presidente del Comitato Nazionale Italiano Fair Play (CNIFP) – ma anche al condurre l’intera vita nel rispetto delle regole, che significa rispetto di noi stessi e dell’altro”. “I principi che ci vengono insegnati in quanto sportivi sono importanti non solo da seguire, ma anche da porre a se stessi per migliorare come persone innanzitutto, e per relazionarci meglio con l’altro e il prossimo” spiega Simone Ruffini, nuotatore italiano, parte delle Fiamme Oro di Napoli.
A parlare nel corso della serata sono veri esempi di correttezza e legalità, primo fra tutti il campione di basket Klaudio Ndoja: “Giocare giusto e onesto significa rispettare le regole; è il primo passo nella vita”. L’atleta, attualmente nella squadra di pallacanestro Forlì 2.015, è divenuto famoso per il libro “La morte è certa, la vita no” scritto da Michele Pettene e pubblicato nel 2015, dove si racconta la sua storia, che inizia come immigrato clandestino dall’Albania nel 1998 in Italia. Da quel giorno, “ho capito che avrei dovuto rispettare le regole per venire accettato all’interno della nuova società nella quale ero arrivato”.
“Il rispetto dell’avversario è fondamentale” commenta Martina Grimaldi, bolognese, campionessa di nuoto di fondo, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra del 2012. “Se tutti ci impegnamo per giocare pulito, ben presto le scorciatoie come il doping e altre scorrettezze del genere diventano intollerabili”.
“Mi piace la frase “no pain no gain”: senza fatica e sacrificio non si ottiene nulla. Cercare di “fregare l’altro” non ti rende una persona migliore, e se tenti la strada meno dolorosa nello sport significa inevitabilmente tentare anche in tutti gli altri ambiti del quotidiano” così Dario Remondini, giovane talento forlivese della scherma. Dario ha rappresentato l’Italia ai mondiali di scherma in Polonia nell’aprile di quest’anno, e “incarna i valori del vero sportivo: correttezza, impegno e dedizione.
“Lo sport è una meravigliosa componente della vita intera: e questa serata celebra tutti quegli sportivi che, come i ragazzi qui con noi oggi, si impegnano quotidianamente per portare anche nella vita di tutti i giorni gli stessi valori che imparano in palestra” commenta Maria Pia Baroni, assessore alla legalità di Forlì.
“Prendiamo ad esempio la lealtà e l’impegno – aggiunge Maurizio Pimpinella dell’associazione A.P.S.P. – questi sono due valori che se riportati sul mercato del lavoro conducono a maggiore competitività in senso sano, alla volontà di volersi migliorare in continuazione e infine a maggiore produttività”.
La serie di appuntamenti organizzati dal Comune romagnolo sono orientati alla promozione di un nuovo spirito civico teso alla legalità, al rispetto delle regole, delle persone e indirizzato alla convivenza, tutti valori indispensabili per tenere unita una società sempre più frammentata in cui il valore dell’educazione civica è importante quanto la sensibilizzazione ad ogni livello.
Pur se apparentemente diversi, anche nell’ambito finanziario il rispetto delle regole, del mercato e degli altri operatori è una condizione fondamentale per un corretto svolgimento della vita di quell’ecosistema. Negli ultimi anni, si sta sviluppando un nuovo approccio del singolo alla finanza e all’economia. Sembrerebbe che all’individualismo si stia progressivamente affiancando un sentimento più solidale e attento al prossimo. I valori sociali improntati sullo sforzo collettivo per un comune obiettivo, della solidarietà, dell’etica e della legalità sono pilastri basilari sia dello sport sia della nuova tendenza economico-finanziario-sociale.
L’evidenza di questo cambiamento è data dalla nascita di molte start-up e imprese afferenti all’economia della condivisione e all’economia circolare che in questi anni sono notevolmente cresciute.
Un gioco leale dovrebbe essere l’ambizione anche dell’ambito finanziario che va alla ricerca di una sua nuova dimensione in linea con le richieste dei consumatori e dei lavoratori della filiera.
Le regole e il loro rispetto sono fondamentali sia nello sport sia nell’innovativo mondo della finanza. Pensiamo alla confusione e al dislivello competitivo che potrebbe avvenire se, ad esempio, in una partita di calcio, ad una squadra fosse permesso di usare le mani e all’altra no. La stessa cosa avviene nel mondo finanziario e dei pagamenti laddove vi sono operatori, in particolare stranieri, che partecipano alla stessa partita usando regole diverse. Per questo l’accettazione e il rispetto di regole comuni per tutti è la base fondamentale per lo sviluppo di un gioco, e di un mercato, leale, equilibrato e competitivo.