Stiamo entrando nella smartphone economy. Già da qualche tempo, si erano manifestati gli effetti di un sistema economico sempre più orientato all’utilizzo dei sistemi mobile, oggi, l’ingresso in questa nuova concezione economica sta avvenendo definitivamente. Questo è quanto balza agli occhi dalla Global Mobile Consumer Survey 2019 di Deloitte. Dalla ricerca emerge che il 93% degli italiani possiede (almeno) uno smartphone, una cifra in crescita dell’1% rispetto al 2018 e che fa registrare un +6% nella fascia d’età tra i 60 e i 75 anni, a dimostrazione che ormai anche gli ‘over 60’ non vogliono fare più a meno del telefono connesso che permette loro di gestire vari altri dispositivi, attività e rimanere in contatto con figli e nipoti.
La rapida crescita di smartphone e dispositivi indossabili, interfacciabili tra loro grazie all’internet delle cose, è stata agevolata anche dalle offerte sempre più convenienti delle compagnie di telecomunicazioni che oggi offrono giga pressochè illimitati e varie a costi altamente competitivi.
La crescita della smartphone economy ci proietta di un mondo gestibile dal palmo della mano di cui smart city e smart home saranno protagoniste. Con l’avvento del 5G, poi, assisteremo all’avvento di un nuovo ecosistema interconnesso in cui l’uomo torna protagonista del proprio futuro.
La rivoluzione smart coinvolge ogni ambiente. “Smart living, smart mobility e smart environment i tre pilastri dell’evoluzione – commenta Andrea Laurenza, Equity Partner Deloitte e Leader del settore Technology, Media & Telecommunications -. Ma i risultati si otterranno solo grazie a un utilizzo integrato e allo sfruttamento delle sinergie delle tecnologie. Le smart city promuovono l’adozione di soluzioni per servire i cittadini in modo connesso, globale e sostenibile, e lo smartphone è il catalizzatore”.
La parola d’ordine sarà, quindi, comunicazione, grazie alla quale condurre l’interconnessione di uomini, dispositivi e cose per la realizzazione di un nuovo mondo tecnologico tutto da scoprire.