di Fabrizio Vedana
Nuove aperture di conti correnti bloccate e chiusura di quelli aperti.
E’ l’effetto che sta producendo sulle migliaia di compro oro attivi nel nostro Paese la rigorosa applicazione fatta dalle banche delle disposizioni emanate da Banca d’Italia il 30 luglio scorso relativamente all’assolvimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela.
L’allarme è stata lanciato ieri a Bologna in occasione del FORUM “Il punto sull’oro” organizzato dall’associazione nazionale tutela il comparto oro (A.N.T.I.C.O.).
Come si ricorderà il Decreto legislativo 92/2017, intitolato “Disposizioni per l’esercizio dell’attività di compro oro” detta specifiche norme per la definizione degli obblighi cui sono soggetti gli operatori compro. L’attività di compro oro, in particolare, viene definita dall’art. 2 come “l’attività commerciale consistente nel compimento di operazioni di compro oro, esercitata in via esclusiva ovvero in via secondaria rispetto all’attività prevalente”; per operazioni di compro oro invece, il medesimo art. 2 intende “la compravendita, all’ingrosso o al dettaglio ovvero la permuta di oggetti preziosi usati”.
Tra le disposizioni più pregnanti introdotte dal citato decreto, si annovera quella contenuta nell’art. 5, comma 1, in ossequio al quale sussiste un vero e proprio obbligo per l’operatore di compro oro di dotarsi di un apposito conto corrente, dedicato in via esclusiva alle operazioni di compro oro al fine di garantire la tracciabilità di tutte le relative transazioni. È bene precisare che l’apertura del conto dedicato per tutte le operazioni di compro oro, è prevista anche laddove l’operatore svolga in via cumulativa attività di gioielleria.
In tale contesto normativo che prevede, appunto, l’obbligo per i compro oro di aprire un conto corrente dedicato presso una banca, si innestano le nuove disposizioni emanate dalla Banca d’Italia nel luglio scorso che, nell’individuare i fattori di maggiore rischio di riciclaggio, in presenza dei quali la banca deve adottare misure di adeguata verifica di tipo rafforzato, annoverano tra le attività economiche caratterizzate da elevato utilizzo di contante e più esposte ai rischi di riciclaggio il settore dei compro oro.
Le banche devono adeguarsi alle citate nuove Disposizioni a partire dal 1° gennaio 2020; pertanto le banche, in presenza di conti correnti intestati a compro oro, sebbene la loro apertura sia prevista come obbligatoria dalla citata legge del 2017, dovranno effettuare un’adeguata verifica di tipo rafforzato che comporta l’acquisizione di maggiori informazioni, sia di tipo quantitativo che di tipo qualitativo, sul soggetto che sottoscrive il conto ottenendo una specifica autorizzazione alla sua apertura o al suo mantenimento, se il conto è già aperto, da parte della direzione generale o di soggetto da questa delegato.
Alla luce di quanto sopra ovvero stanti le maggiori difficoltà operative previste dalla normativa dettata dalla Banca d’Italia per l’apertura/il mantenimento dei conti aperti dai compro oro, la qualsiasi totalità delle banche italiane ha comunicato o si appresta a comunicare alle società attive nel comprato l’intenzione di non aprire conti a loro nome ovvero la chiusura coattiva di quelli esistenti.
Tale decisione, che evidentemente le banche hanno formalizzato o si apprestano a formalizzare nelle loro politiche di contrasto al riciclaggio, sta creano non pochi problemi a tutto il settore dei compro oro che si vedono, da un lato obbligati da una legge dello Stato (del 2017) ad avere un conto dedicato sul quale far transitare tutte le relative transazioni e dall’altro si vedono rifiutare l’apertura dei conti o il loro mantenimento per effetto di altre disposizioni alla cui osservanza sono tenute le banche.
Tutto quanto sopra appare ancora più incomprensibile se si considera che proprio per fare ordine nel settore è stato creato uno specifico registro dei compro oro tenuto dall’OAM e la cui iscrizione è riservata ai soli compro oro che hanno effettuato uno specifico iter autorizzativo.
L’iscrizione a tale registro dovrebbe rappresentare un utile elemento informativo per le banche e forse anche circostanza che dovrebbe contribuire a far ricadere il compro oro tra i soggetti ai quali poter applicare un’adeguata verifica ordinaria.