Storicamente, la pubblica amministrazione italiana rappresenta un po’ il “tallone d’Achille” del nostro Paese: spesso considerata come una macchina farraginosa, affetta da lentezza procedurale cronica e, quindi, poco efficiente, è anche accusata di essere uno dei principali motivi di disincentivo degli investimenti esteri nel nostro territorio.
Oggi, nel corso di un’audizione a commissioni riunite (Affari costituzionali e Lavoro) tenutasi presso la Camera dei Deputati, il Ministro per la PA Fabiana Dadone ha illustrato quelle che dovrebbero essere le linee guida della prossima riforma strutturale della pubblica amministrazione italiana.
Secondo quanto affermato dal Ministro sarà necessario per prima cosa: “Avviare un piano di assunzioni mirate per attrarre i talenti e selezionare i profili migliori formati dalle università e con la preparazione più adeguata alle esigenze di cittadini e imprese. Implementare un sistema di profilazione alla base del quale orientare le selezioni con specifiche competenze professionali per superare le categorie e figure lavorative ormai obsolete. Sviluppare inoltre il possesso delle cosiddette soft skill (personalità, qualità, atteggiamenti e abilità sociali e comunicative) e delle competenze digitali”.
Nell’illustrazione ai deputati delle linee programmatiche che intende perseguire, il Ministro Dadone ha ribadito la centralità del processo di trasformazione digitale per avviare un vero e profondo cambiamento anche nella PA, in modo che questa possa essere pienamente a disposizione del cittadino ed in grado di essere competitiva in un contesto caratterizzato da una velocità di rinnovamento elevata. A questo proposito, il Ministro per la PA ha affermato che: “La digitalizzazione deve diventare il volano del processo di riforma dei servizi, sia dal punto di vista dell’efficienza (minori costi) sia dal punto di vista dell’efficacia (la migliore qualità dei servizi)”. Per riuscire a raggiungere questi ambiziosi obiettivi non basteranno le idee ma saranno necessari anche programmi di investimento mirati ed indirizzati verso quei settori che necessitano di un particolare aggiornamento. In questo senso, come affermato anche nel corso dell’audizione, sarà determinante la corretta gestione dei fondi europei.