Sono 437 le imprese e 600 i Marchi Storici iscritti al Registro dell’Uibm-Mimit, per un fatturato di oltre 40 miliardi di euro.
È il dato emerso dall’Assemblea Generale dell’Associazione Marchi Storici d’Italia, che si è svolta sabato 30 settembre e domenica 1° ottobre
presso le Terme di Saturnia, cornice unica ed icona nel mondo dell’ospitalità e del benessere tra le più
apprezzate d’Europa.
Al centro dell’Assemblea, un confronto sulle iniziative di valorizzazione e tutela delle eccellenze storiche del Made in Italy, a partire dalla formulazione di proposte normative ad hoc a beneficio di tutti i Marchi Storici, con l’obiettivo di tracciare le linee programmatiche del progetto associativo per il 2024.
Presieduta dal Presidente Massimo Caputi, coadiuvato dal vicepresidente vicario, Roberto Busso, Amministratore Delegato del Gruppo Gabetti, e dalla vicepresidente Alessia Antinori, vicepresidente dell’azienda vinicola di famiglia Marchesi Antinori, alla presenza dei rappresentanti dei Marchi Storici italiani associati, l’Assemblea ha rappresentato un momento cruciale dell’anno esprimendo in modo unanime il forte impegno nel preservare l’eredità culturale ed economica rappresentata da tutte le imprese italiane che hanno iscritto il proprio Marchio Storico al Registro del Mimit, oggi giunto a quota 600 e che, in riferimento alle aziende produttive delle 4 A del Made in Italy, esprime un fatturato totale di circa 40,8 miliardi di Euro e 65 mila addetti.
“La famiglia dei Marchi Storici iscritti al Registro dell’Uibm-Mimit è cresciuta in modo esponenziale nel corso dell’ultimo anno e ha raggiunto il traguardo dei 600 Marchi Storici iscritti.
Da una nostra ricerca, tuttavia, risulta che le aziende iscritte da almeno 50 anni alle Camere di Commercio e ancora attive oggi sono circa 50mila.
Parliamo, dunque, della parte produttiva più importante del Made in Italy.
Quella che investe, innova e affronta con coraggio i cambiamenti economici e sociali.”
Ha dichiarato Massimo Caputi, Presidente dell’Associazione Marchi Storici d’Italia.
“È noto, tuttavia – ha proseguito Caputi – quanto negli ultimi vent’anni, sulla spinta della globalizzazione, decine di Marchi Storici, simbolo di eccellenza nel mondo dei nostri settori produttivi, siano stati acquisiti da grandi gruppi stranieri, talvolta senza grandi risultati in termini di rilancio e promozione dell’azienda sui mercati e senza una forte tutela dei propri occupati e del management”.
“Dopo esserci confrontati con il Governo nei mesi scorsi, siamo al lavoro per presentare, in occasione dell’iter già avviato alla Camera dei Deputati del DDL Made in Italy, nonché per la prossima Legge di Bilancio, un pacchetto di proposte normative per introdurre misure ad hoc per i nostri Marchi Storici: dal miglioramento del Fondo Salvaguardia Imprese – per consentirne l’accesso anche per espansione e sviluppo delle aziende con Marchio Storico – alla rivalutazione gratuita del Marchio Storico, dal credito di imposta per investimenti in pubblicità a quello per la digitalizzazione dei nostri archivi che raccolgono un vasto patrimonio culturale e documentale che necessita di essere fruito da tutti in modo innovativo.”
Ha dichiarato il Vicepresidente Vicario Roberto Busso.