Un nuovo studio di Mastercard rivela come il divario di genere nel mondo del lavoro sia ancora fortemente percepito dal 66,4% delle donne italiane
La conoscenza dell’ecosistema finanziario tra le donne italiane è ancora limitata e confusa, ma la tecnologia può rappresentare il punto di svolta
La priorità per le giovani donne è la libertà economica: il 75% delle donne sotto i 40 anni manifestano il loro forte desiderio di raggiungerla.
Mastercard svela oggi i risultati della nuova ricerca ‘Donne e finanza: ritratto delle donne italiane tra inclusione e gender gap’, presentata in occasione di un evento organizzato da Mastercard in collaborazione con PWN Rome presso il ClubHouse di CeoforLife a Roma e con la partecipazione di: Stefania del Tosto, VP Account Management Mastercard, Michele Mingirulli, Coordinatore Advisory Retail Banking & Life Banker BNL-BNP Paribas, Cristiana Rampazzi, Responsabile dei programmi di educazione finanziaria per le donne di Banca d’Italia, Paola Soccorso, Consigliere Ufficio Studi Economici CONSOB.
La ricerca ha indagato la relazione tra donne e denaro con un focus sulle abitudini di spesa e risparmio, sull’indipendenza e inclusione finanziaria, e sul rapporto tra donne e nuovi strumenti tecnologici. Dallo studio emerge come 7 donne italiane su 10 dichiarino che uno dei loro obiettivi principali sia diventare economicamente indipendente, anche se il 74,9% di loro ha una visione pessimista del futuro, soprattutto nelle fasce d’età superiori ai 40 anni. Sono le donne più giovani, tra i 25 e i 39 anni, a manifestare il desiderio più forte di raggiungere l’indipendenza finanziaria (75,1%), a testimonianza di come le nuove generazioni di donne vogliano emanciparsi finanziariamente ed economicamente il prima possibile, per non dipendere da altre persone per la propria stabilità economica.
Secondo il report, è il denaro ad essere percepito come il vero ‘abilitatore alla libertà’, diventando il principale motore dell’indipendenza finanziaria per il 64% delle intervistate. Per il 36,6% delle donne, la disponibilità di denaro riduce lo stress dettato dall’incertezza economica, soprattutto quando ci si trova a gestire debiti e/o investimenti o si ha la necessità di risparmiare in ottica futura (27,5%).
Gender pay gap
Il divario di genere è ancora diffuso e molto sentito nel nostro Paese. Il 66,4% delle intervistate ritiene che le donne italiane abbiano una minore indipendenza finanziaria rispetto agli uomini. Individuando tra le due principali cause al problema il lavoro non retribuito (58,3%) e la consapevolezza che gli uomini guadagnino ancora più delle donne (50%).
Tra coloro che non si sentono finanziariamente indipendenti, più della metà (50,8%) afferma di non guadagnare abbastanza, trovandosi dunque ‘costretta’ a dipendere da qualcun altro. Ciò si riflette anche nella gestione delle spese casalinghe, sebbene rispetto al passato – in cui erano principalmente i padri di famiglia ad occuparsi di tali spese (51,7%) – oggi 4 donne su 5 auspicano una eguale ripartizione delle spese all’interno del nucleo familiare con il partner.
Michele Centemero, Country Manager Italia di Mastercard: “Crediamo che non esista progresso economico senza inclusione, e questo è ancora più vero in un’economia sempre più digitale. La ripresa economica, infatti, passa dal ricostruire un tipo di crescita che sia inclusiva e sostenibile, mettendo le donne nelle condizioni di esprimere tutto il loro potenziale. Ci sono però ancora grandi passi da fare e barriere da superare per colmare il divario di genere. Come Mastercard, il nostro ambizioso obiettivo è quello di includere un miliardo di persone nell’economia digitale entro il 2025, e le donne sono per noi un obiettivo importante. A tal fine siamo attivi con diversi progetti anche a livello locale per contribuire alla costruzione di una società più equa e sostenibile”.
Cristiana Rampazzi, Responsabile dei programmi di educazione finanziaria per le donne di Banca d’Italia: “La partecipazione delle donne nel mercato del lavoro è ancora troppo bassa, soprattutto se guardiamo agli altri paesi. Inoltre, il lavoro delle donne in Italia è concentrato in alcuni settori, per la maggior parte non molto remunerativi. Nonostante le azioni intraprese in Italia, come la legge Golfo-Mosca, le donne non hanno ancora raggiunto davvero le posizioni di potere. È arrivato il momento di cambiare. Il divario di genere si rileva anche rispetto ai livelli di cultura finanziaria. Per colmarlo siamo impegnati con il progetto di educazione finanziaria “Le donne contano”.”
Paola Soccorso, Consigliere Ufficio Studi Economici CONSOB:
“La mia esperienza sul tema mi ha fatto capire che la narrativa dell’insegnamento delle materie STEM potrebbe essere utilmente rinnovata. Con specifico riferimento all’economia e alla finanza, alcuni docenti sono purtroppo impreparati e avere dei materiali ben costruiti può essere di grande aiuto per loro. Proprio per questa ragione, partendo da un racconto che ho scritto per mia figlia su temi connessi al mercato finanziario, abbiamo organizzato una serie di incontri con docenti della scuola primaria e avviato un focus group per capire come portare contenuti di questo tipo nelle classi. In attesa di una legge che integri nei programmi scolastici l’educazione finanziaria, offrire materiali e strumenti ‘chiavi in mano’ a supporto della didattica è una buona soluzione per affrontare il tema in modo efficiente e interattivo.”
“Gli uomini e le donne che decidono di investire hanno un diverso rapporto col denaro: i primi hanno una bassa propensione al risparmio e una più alta all’investimento rischioso; le donne, invece, propendono alla preservazione del capitale “afferma Michele Mingirulli, Coordinatore Advisory Retail Banking & Life Banker BNL-BNP Paribas. “Quanto all’importanza di investire in programmi di education per diffondere le conoscenze di personal finance, noi di BNL BNP Paribas ci crediamo davvero molto, per questo abbiamo scelto di realizzare una serie podcast “Big Match – Sfide di Finanza e sport” per parlare di cose complesse come la finanza, in modo semplice e diretto attraverso l’utilizzo della metafora sportiva.
Amedea Pennacchi, Presidente di PWN Rome: “Non può esserci empowerment femminile senza consapevolezza e indipendenza economica. Le donne fanno ancora fatica a misurarsi con le questioni del potere e del denaro, ma per raggiungere la parità devono imparare a chiedere e a fare i conti con il potere, il potere dell’empatia, di cambiare e far accadere le cose ai fini della parità e dell’inclusione”.
Abitudini di risparmio e di spesa
Negli ultimi due anni si è assistito a un cambiamento radicale nelle scelte di spesa dei consumatori italiani, evidenziando un ritorno significativo all’economia esperienziale; in linea con questo trend, la ricerca conferma come 7 donne su 10, dopo la pandemia, preferiscano spendere i propri soldi in esperienze piuttosto che nell’acquisto di beni materiali (67%), sebbene il più importante investimento per le donne italiane rimanga l’acquisto di una casa (35,6%). La seconda priorità è legata all’acquisto di qualcosa di importante per il benessere della propria famiglia (31,7%), seguita dalla volontà di intraprendere nuove esperienze come viaggi o interessi personali (27,1%).
Il 71,6% delle intervistate afferma di spendere la maggior parte del proprio denaro in spese casalinghe, bollette, cibo e/o carburante. Questa percentuale sale del 10% nella fascia d’età 60-75 (81,7%). La spesa per le bollette di casa risulta essere tra le principali voci che vanno ad erodere i risparmi delle donne italiane (52,4%), valore che sale leggermente nella fascia più giovane 25-39 (57,5%).
I risparmi continuano ad essere un elemento controverso: il 16,1% delle donne intervistate confessa di non riuscire a mettere nulla da parte, mentre solo il 18,8% afferma di riuscire a risparmiare meno del 5% del proprio stipendio mensile.
Strumenti tecnologici e inclusione finanziaria
Nonostante si parli sempre più, attraverso diversi canali di comunicazione, dell’ecosistema finanziario e di tutti i benefici annessi, 7 donne italiane su 10 dichiarano di avere ancora una scarsa conoscenza finanziaria. Nello specifico, il 52,7% dichiara di avere una conoscenza base e il 18,2% di non sapere proprio nulla. Una realtà che accomuna purtroppo tutte le fasce d’età.
Tra le donne con poca o nessuna educazione finanziaria, il concetto che più si fatica a comprendere è quello di investimento (56,4%), seguito dal concetto di tasse (34,4%), nuove app di digital banking (29,6%) e mutui (22%). È dunque importantissimo investire in programmi di education e awareness che permettano di diffondere maggiormente le conoscenze basilari di personal finance, per poter gestire al meglio il proprio denaro e i propri risparmi, oltre a saper riconoscere e valutare i servizi e gli strumenti finanziari disponibili.
La tecnologia gioca un ruolo di rilevo nella gestione delle proprie finanze per il 41,8% delle donne intervistate, anche se non ritenuta essenziale. Solo il 27,7% la considera invece fondamentale per la gestione delle proprie finanze, con l’online banking che risulta essere il sistema più popolare, con quattro donne su cinque (82,4%) tra i 25 e i 39 anni che affermano di utilizzarlo, apprezzandone soprattutto la comodità (75,4%) la semplicità (46,6%) e la velocità d’uso (32,8%).
Infine, dalla ricerca emerge come le applicazioni bancarie siano ritenute la risorsa digitale più preziosa per la gestione delle finanze (36,6%). Seguono le app per risparmiare denaro e per tracciare le proprie spese (30,1%).