“Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di alcuni istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”. Lo ha detto Fabrizio Balassone, Capo Servizio Struttura Economica della Banca d’Italia, in audizione sulla Manovra. Le misure sul contante e sui POS contenute nella Manovra, ha argomentato Balassone, “vanno nella direzione di agevolare l’uso del contante, a livello europeo, mentre in alcuni paesi (tra cui la Germania) non e’ prevista alcuna soglia massima, in altri sono previsti tetti inferiori a quello indicato nel disegno di legge (500 euro in Grecia, 1.000 in Francia e in Spagna, 3.000 in Belgio). Rispetto al 2016 la percentuale di transazioni operate con il contante e’ diminuita in Italia, rimanendo comunque al di sopra della media europea. I limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalita’ ed evasione. Negli ultimi anni sono emersi studi – anche condotti nel nostro Istituto – che suggeriscono che soglie piu’ alte favoriscono l’economia sommersa; c’e’ inoltre evidenza che l’uso dei pagamenti elettronici ridurrebbe l’evasione fiscale. Anche le Raccomandazioni per l’Italia formulate dall’Ue muovono da tale presupposto: nel 2019 si suggeriva di ‘contrastare l’evasione fiscale, in particolare nella forma dell’omessa fatturazione, tra l’altro potenziando i pagamenti elettronici’ obbligatori, anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti.
La definizione di efficaci sanzioni amministrative in caso di rifiuto dei fornitori privati di accettare pagamenti elettronici era inclusa tra i traguardi del Pnrr relativi al primo semestre. Con riferimento agli oneri legati alle transazioni effettuate mediante strumenti di pagamento elettronici e’ opportuno ricordare che anche il contante ha costi legati alla sicurezza (connessi con furti, trasporto valori, assicurazione). Nostre stime relative al 2016 indicano che, per gli esercenti, il costo del contante in percentuale dell’importo della transazione e’ superiore a quello delle carte di debito e credito”, ha chiuso.
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