L’Italia e’ nettamente al di sotto della media europea per l’utilizzo dei servizi bancari online. Lo sottolinea il rapporto dell’Area Studi Mediobanca sulle challenger bank. Solo il 45% degli italiani adulti e’ fruitore di servizi online contro il 58% della media europea e l’oltre 90% dei Paesi del Nord del continente (Norvegia, Danimarca, Finlandia). La dinamica verso l’uso di servizi bancari web comunque ha accelerato con la pandemia e accentuato la ristrutturazione dei modelli distributivi da parte delle banche tradizionali.
Tra il 2010 e il 2020 il personale bancario si e’ ridotto del 14,8% in Italia (-34,4% in Spagna, -26,4% nel Regno Unito e -13,9% in Germania) e del 30,1% il numero degli sportelli (-48,3% nel Regno Unito, -48,1% in Spagna, -36,8% in Germania). Nel Nord Europa la densita’ di filiali bancarie in rapporto alla popolazione e’ nettamente al di sotto dei Paesi mediterranei (47 sportelli ogni 100mila adulti in Italia, 61 in Francia, 57 in Spagna, 38 la media europea). L’Italia e’ il secondo Paese europeo per presenza di challenger banks, cioe’ gli istituti partiti come start up per servizi finanziari e poi diventati banche digitali focalizzate su prodotti innovativi e bassi costi di funzionamento. Da Illimity a Hype, da Widiba a Banca Progetto sono 12 le banche digitali del nostro Paese, segnala la ricerca dell’Area Studi Mediobanca sul fintech che ha individuato in Europa 96 challenger banks. Il Paese piu’ rappresentato e’ l?italia con 37 banche, seconde Italia e Francia con 12, poi Germania con 8 e Spagna con 7. Nel paniere esaminato da Mediobanca, 63 societa’ detengono una licenza bancaria completa, 20 agiscono in qualita’ di agenti di operatori terzi, 6 sono in possesso di licenza di Imel o di Istituto di Pagamento e le restanti sette hanno una licenza bancaria con restrizione o sono in fase di Application, hanno cioe’ avviato la procedura con un’operativita’ ad oggi limitata. Solo 9 le quotate in Borsa (una, Illimity, in Italia). “Gli operatori italiani appaiono tuttavia di dimensioni minori e presentano valori inferiori alla media per ricavi e totale attivo” sottolinea il rapporto. Nel 2021, dopo il balzo dell’anno precedente, le maggiori rettifiche hanno fatto rallentare i numeri delle banche digitali italiane ma il margine di intermediazione e’ comunque cresciuto del 22,8% sul 2020 (a livello aggregato) e il risultato operativo ha segnato +75,2% mentre il risultato netto e’ migliorato del 63,1%. Il totale attivo aggregato e’ aumentato del 35%.