Il Parlamento Ue riunito a Strasburgo in seduta plenaria ha approvato il nuovo regolamento sul digitale che stabilisce delle norme innovative sulla responsabilita’ delle aziende online in un mercato digitale aperto e competitivo. Si tratta dell’approvazione della legge sui servizi digitali (DSA) e la legge sui mercati digitali (DMA), a seguito degli accordi raggiunti tra Parlamento e Consiglio il 23 aprile e il 24 marzo scorsi. Obiettivo: affrontare gli effetti sociali ed economici dell’evoluzione del settore tecnologico con regole chiare per le modalita’ di funzionamento e di fornitura dei servizi in linea con i diritti e i valori fondamentali dell’Unione. In sostanza, la regolamentazione dei mercati digitali ha lo scopo di arginare le pratiche anticoncorrenziali di gruppi come Google, Apple, Meta (Facebook), Amazon e Microsoft; la regolamentazione dei servizi digitali di regolamentare i contenuti online costringendo le principali piattaforme al rispetto delle leggi e alla cooperazione con le autorita’. Quest’ultima e’ stata approvata con 539 voti favorevoli, 54 voti contrari e 30 astensioni. La legge sui mercati digitali e’ stata approvata con 588 voti favorevoli, 11 voti contrari e 31 astensioni. Una volta adottati ufficialmente dal Consiglio, DSA a luglio e DMA a settembre, entrambi gli atti saranno pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entreranno in vigore venti giorni dopo la pubblicazione.
La legge sui mercati digitali stabilisce obblighi per le grandi piattaforme online che operano sul mercato digitale come “gatekeeper” per garantire un ambiente commerciale piu’ equo e piu’ servizi per i consumatori. Si tratta dei ‘controllori dell’accesso’, cioe’ quelle piattaforme che, in virtu’ della loro posizione dominante online, sono difficili da evitare per i consumatori. Per evitare pratiche commerciali scorrette, i soggetti designati come ‘gatekeeper’ dovranno consentire a terzi di interagire con i propri servizi. Cimo implica che le piattaforme piu’ piccole potranno chiedere alle piattaforme di messaggistica dominanti di consentire ai propri utenti di scambiare messaggi, inviare messaggi vocali o file da un’app di messaggistica all’altra. In questo modo gli utenti avranno una scelta piu’ ampia ed eviteranno il cosiddetto effetto “lock-in”, cioe’ la limitazione a una sola app o piattaforma. Poi i ‘gatekeeper’ dovranno consentire agli utenti commerciali di accedere ai dati che generano nella piattaforma degli stessi ‘gatekeeper’, per promuovere le proprie offerte e concludere contratti con i propri clienti al di fuori della piattaforma in questione.
Invece, i ‘gatekeeper’ non possono piu’ classificare i propri prodotti o servizi in modo piu’ favorevole rispetto a quelli di altri operatori del mercato (autoagevolazione); impedire agli utenti di disinstallare facilmente qualsiasi software o applicazione pre-installata, o di utilizzare applicazioni e app store di terzi; elaborare i dati personali degli utenti a fini di pubblicita’ mirata, senza il loro esplicito consenso.
Per quanto concerne la diffusione di contenuti illegali e la disinformazione online si parte dal principio che ‘cio’ che e’ illegale offline dovrebbe esserlo anche online’.
Per garantire che le nuove disposizioni della legge sui mercati digitali siano attuate correttamente e in linea con il continuo evolversi del settore, la Commissione puo’ svolgere indagini di mercato. Se un ‘gatekeeper’ non rispetta le regole, la Commissione puo’ imporre ammende fino al 10% del suo fatturato mondiale totale dell’esercizio finanziario precedente, o fino al 20% in caso di inadempienza reiterata.
Il regolamento sui servizi si applichera’ quindici mesi dopo l’entrata in vigore o dal 1 gennaio 2024 successivamente all’entrata in vigore (qualunque sia la data posteriore). Per quanto riguarda gli obblighi per le piattaforme e i motori di ricerca online di grandi dimensioni, le nuove norme si applicheranno prima (quattro mesi dalla loro designazione da parte della Commissione). Il regolamento sui mercati digitali iniziera’ ad applicarsi sei mesi dopo la sua entrata in vigore. I ‘gatekeeper ‘avranno a disposizione un massimo di sei mesi dalla loro designazione per conformarsi ai nuovi obblighi.
“Il digitale si e’ sviluppato un po’ come in un western, non c’erano vere regole del gioco, ma ora c’e’ un nuovo sceriffo in citta’”, ha indicato il relatore della legge sui servizi Christel Schaldemose. I legislatori europei intendono ‘agire a monte’ nella regolazione del settore digitale imponendo una ventina di regole la cui violazione comportera’ sanzioni dissuasive. L’obiettivo e’ agire prima che comportamenti abusivi abbiano distrutto la concorrenza. La normativa stabilisce un controllo della Commissione su tutte le operazioni di acquisizione di questi colossi indipendentemente dalle dimensioni dell’operazione per limitare il monopolio dell’innovazione delle start-up e le acquisizioni che mirano a distruggere un concorrente. Per esempio, si tratta di contrastare pratiche abusive: un esempio e’ che sarebbe ostacolato in tentativo di Google di favorire i propri servizi nei risultati della ricerca (e’ il caso del sito di vendita online Google Shopping). Oppure Amazon non potrebbe usare i dati generati da clienti aziendali per competere meglio con loro.
I nuovi obblighi comprendono misure per contrastare i contenuti illegali online e l’obbligo per le piattaforme di reagire rapidamente, nel rispetto dei diritti fondamentali, come la liberta’ di espressione e la protezione dei dati; il potenziamento della tracciabilita’ e dei controlli sugli operatori commerciali nei mercati online per garantire la sicurezza dei prodotti e dei servizi, e impegno a effettuare controlli casuali dell’eventuale ricomparsa di contenuti illegali; piu’ trasparenza e responsabilita’ delle piattaforme, ad esempio mediante la messa a disposizione di informazioni chiare sulla moderazione dei contenuti o sull’uso di algoritmi per la raccomandazione di contenuti (i cosiddetti sistemi di raccomandazione); gli utenti potranno contestare le decisioni di moderazione dei contenuti; il divieto di pratiche ingannevoli e di alcuni tipi di pubblicita’ mirata, come quella rivolta ai minori e quella basata su dati sensibili. Saranno inoltre vietati i cosiddetti “modelli occulti” (dark pattern) e le pratiche ingannevoli volte a manipolare le scelte degli utenti.
Le piattaforme online e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi (a partire da 45 milioni di utenti mensili), che presentano il rischio piu’ elevato, dovranno rispettare obblighi piu’ rigorosi applicati dalla Commissione. Questi includono la prevenzione di rischi sistemici (come la diffusione di contenuti illegali, gli effetti negativi sui diritti fondamentali, sui processi elettorali e sulla violenza di genere o sulla salute mentale) e l’obbligo di sottoporsi ad audit indipendenti. Tali piattaforme dovranno inoltre offrire agli utenti la possibilita’ di scegliere di non ricevere raccomandazioni basate sulla profilazione. E dovranno anche consentire l’accesso ai propri dati e algoritmi da parte delle autorita’ e dei ricercatori autorizzati.