di Riccardo Porta
Ormai ci siamo: questa settimana, giovedì 30 giugno, scattano le sanzioni: 30 euro + 4% del valore della transazione per chi rifiuta un pagamento elettronico col POS.
É il cliente però che deve denunciare (non sembrano previsti altri controlli) ma, attenzione, le sanzioni non si applicano “nei casi di oggettiva impossibilità tecnica” a ricevere pagamenti con carta via Pos. Vale a dire che se il negoziante dimostra che in quel momento, guarda caso, non funzionava la linea o l’apparecchio ha smesso di funzionare…eh, niente multa.
Già mi immagino tasti nascosti sotto il bancone che fanno saltare la connessione a internet o tolgono l’alimentazione di rete.
La cosa farebbe ridere se non fosse che in Italia ci sono oltre 3 milioni e mezzo di POS che registrano però, mediamente, 1000 operazioni per terminale all’anno. Nove volte meno dell’Estonia che di POS ne ha 36.000.
Ovviamente, il POS obbligatorio non è fatto per renderci più europei ma per consentire al fisco un’analisi più accurata, cercando anche di setacciare possibili anomalie in esercenti, negozianti, professionisti che portino allo scoperto il sommerso da tassare.
L’Italia è il Paese in Europa con più POS in assoluto. L’obbligo di accettare pagamenti con carta è del 2012.
A questo punto, però, sorgono naturali due domande:
1. Le doppie sanzioni in partenza il 30 giugno (anticipate di 6 mesi, dovevano entrare in vigore il 1 gennaio 2023) cambieranno le cose?
2. Quale cittadino salirà all’onore delle cronache come primo denunciante d’Italia?