Anticipato di sei mesi il termine ultimo per adeguarsi alla nuova normativa rispetto ai pagamenti con POS, inclusa all’interno del PNRR.
Anziché il primo gennaio 2023, è il 30 giugno 2022 la data a partire dalla quale scatteranno le multe per tutti gli esercenti che rifiuteranno ai loro clienti un pagamento digitale.
La normativa, e la multa da essa prevista, è valida per qualsiasi tipo di pagamento, si riferisca esso all’acquisto tanto di un servizio quanto di un bene di consumo.
L’obbligo di possedere il Pos, in realtà, è stato sancito per gli esercenti già a partire da una legge del 2013, ma il controllo sull’utilizzo finora non era regolamentato. Non esistevano, infatti, delle sanzioni per chi non lo possedesse oppure decidesse di rifiutare i pagamenti con carta.
Negli ultimi mesi, invece, per far fronte alla riduzione dell’uso del contante prevista all’interno del PNRR (essendo l’Italia indietro rispetto agli altri Paesi europei rispetto all’utilizzo del Pos), il governo ha deciso di anticipare di sei mesi l’introduzione delle multe e delle sanzioni per chi non avesse intenzione di adeguarsi alla direttiva.
La multa per il rifiuto di cui sopra si compone di due parti.
La base della sanzione ammonta a 30 euro, uguale per tutti, a cui si deve aggiungere una maggiorazione equivalente al 4% dell’ammontare del pagamento rifiutato.
L’obbligo di Pos che scatta dal 30 giugno 2022, inoltre, non riguarderà solo i commercianti e le attività che vendono prodotti o servizi, ma sarà esteso anche a tutti i professionisti in generale (come medici, dentisti e tassisti).
Infine, a differenza di quanto previsto in passato, la norma approvata non prevede alcuna soglia minima di pagamento al di sotto della quale non scatti la sanzione, e questo significa che gli esercenti saranno obbligati ad accettare pagamenti digitali per qualsiasi tipo di importo, sempre che non vogliano incappare nella sanzione.
Tuttavia, i controlli e l’emissione delle multe risultano, all’effettivo, difficili da realizzare.
In primo luogo perché la multa non è prevista nei casi in cui il Pos dovesse rivelarsi rotto o non funzionante. E poi perché è ai consumatori che è affidato l’onere di denunciare il mancato utilizzo del Pos da parte di un esercente.
In ogni caso, chi non ha provveduto ad adeguarsi alla normativa ha ancora un po’ di tempo per farlo. Inoltre il governo, fino al 30 giugno, ha prorogato tre incentivi per agevolare chi deve mettersi in regola con il Pos.
Ecco di seguito riportati i tre incentivi e la relativa spiegazione:
- Credito d’imposta sulle commissioni relative a pagamenti con Pos: un bonus del 100% per le somme addebitate sulle transazioni con carte o bancomat mediante strumenti collegati a registratori di cassa. Il diritto al credito d’imposta in misura integrale è tuttavia previsto per un periodo limitato e, nello specifico, proprio fino al 30 giugno 2022. Dal 1° luglio si tornerà alla misura originaria pari al 30%;
- Credito d’imposta per l’acquisto, il noleggio o l’utilizzo di Pos collegati ai registratori di cassa: il bonus spetterà esclusivamente in caso di acquisto di Pos collegati ai registratori di cassa telematici, per un importo massimo di 160 euro;
- Credito d’imposta per l’acquisto di sistemi evoluti di incasso: chi si dota di strumenti di pagamento elettronico che consentono anche la memorizzazione e la trasmissione dei dati potrà contare su un bonus fino a 320 euro per soggetto.